Lo afferma il matematico-epidemiologo Stefano Merler della fondazione Bruno Kessler. Il suo studio presentato il 16 aprile al Cts, secondo quanto racconta il Corriere della sera che ne è venuto in possesso, sarebbe stato determinante per frenare le riaperture.
Se l’Rt ricresce a 1 – secondo le previsioni di Merler – da qui al 15 luglio dovremmo continuare a fare i conti con 200/300 morti circa al giorno. Se sale a 1,1 il rischio è di un aumento costante dei decessi fino ad arrivare a metà luglio a 600 al giorno (300 al 24 giugno). A 1,25 fino a 1.200/1.300 vittime al giorno. Nello scenario liberi tutti, su cui il governo ha frenato.
Se il riavvio fosse stato rimandato al 12 maggio i decessi giornalieri avrebbero potuto essere la metà: 100. Senza riaperture, che incidono sull’innalzamento della curva di infezioni, tra 15 giorni avremmo potuto scendere un bel po’. In questo caso, sempre con un Rt a 1, cioè con un infetto che ne contagia un altro, avremmo avuto un numero di partenza di contagi più basso. Con l’ovvia conseguenza di un minor numero di morti in prospettiva. Sempre al 15 luglio, con un Rt all’1,1, sarebbero stati 200. Mentre con un Rt a 1,25 sarebbero stati comunque diverse centinaia.
Adesso c’è un po’ di margine. Ma è minimo. Non possiamo fare crescere l’Rt sopra l’1 e partiamo già da 0,81. Dunque, il tesoretto che abbiamo, secondo l’analisi di Merler, è di 0,2. E un po’ ce lo siamo già giocati, come mostrano le slide mostrate al Cts, con il riavvio della scuola in presenza. Al di là dei conti, la consapevolezza del Cts è che adesso molto dipenderà dai comportamenti individuali.
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