Giovanni Maga: "La variante indiana era già conosciuta, non siamo preoccupati"

Parla il direttore dell'Istituto di Genetica molecolare del Cnr di Pavia in un'intervista al Corriere della Sera

Giovanni Maga
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28 Aprile 2021 - 07.50


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Mentre in Europa cresce la preoccupazione per la variante indiana, il direttore dell’Istituto di Genetica molecolare del Cnr di Pavia in un’intervista al Corriere della Sera, Giovanni Maga, spiega che in realtà non c’è molto da temere: “la variante non è nuova. Per la prima volta è stata depositata dal registro che raccoglie i sequenziamenti del Sars-CoV-2 nell’ottobre del 2020. Poi è comparsa altrove ma non rappresenta una preoccupazione. Non sembra possedere le caratteristiche per scalzare i ceppi già circolanti. Anche quello identifica to per la prima volta in Amazzonia nelle nostre regioni è rimasto in seconda linea”.
“Rispetto ai tre nuovi ceppi già comparsi (isolati in Inghilterra, Brasile, Sudafrica) ha una combinazione di cambiamenti nel genoma già presenti singolarmente negli altri e sempre nella stessa proteina, la spike, fondamentale per il virus”, avverte Maga. Dunque il virus non ha fantasia? “Proprio così. Sappiamo che tende a riprodurre gli stessi tipi di cambiamenti che gli hanno dato un vantaggio tale da poter prevalere. La variante vista in Inghilterra sappiamo che è più contagiosa”.
E certo che i vaccini funzionino? “In uno studio in preprint,vale a dire non ancora pubblicato su una rivista scientifica, un gruppo di ricercatori indiani dimostra l’efficacia del vaccino Covaxin, prodotto localmente, contro il nuovo virus – ricorda Maga – I vaccini utilizzati in Ue e in Italia sono più efficaci del Covaxin quindi dovremmo sentirci tranquilli se la variante avesse il sopravvento”.

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