L'oncologo Tortora: "La svolta per la lotta al cancro arriverà dai vaccini"

Il direttore dell'Oncologia del Gemelli: "Contro i tumori schiereremo anche l'immunoterapia e l'intelligenza artificiale applicata alla diagnostica"

L'oncologo Giampaolo Tortora
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8 Maggio 2021 - 17.38


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Una grande mano per il cancro potrebbe arrivare dai vaccini: questo è il futuro secondo Giampaolo Tortora, direttore dell’Oncologia e del Comprehensive Cancer Center del Policlinico universitario Gemelli di Roma “Oggi si parla dei vaccini a mRna, che sono diventati una realtà contro Covid-19 e stanno dando un grande contributo alla lotta al virus. Ma molti non sanno che affondano le radici in studi portati avanti da anni proprio in oncologia. E’ una scoperta straordinaria che gemma da questa attività di ricerca dietro la quale c’è tanto lavoro. E io credo che una svolta nella lotta ai tumori possa arrivare nell’arco dei prossimi anni, non mesi, proprio dalla messa a punto di vaccini terapeutici, dall’immunoterapia e dall’intelligenza artificiale applicata alla diagnostica”.

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L’oncologo traccia gli “scenari più promettenti del futuro”, ricordando – alla vigilia dell’Azalea della ricerca dell’Airc, che torna in piazza domenica 9 maggio – l’importanza di “non abdicare mai alla prevenzione”.

“Con i vaccini a mRna – sottolinea l’esperto – vediamo una di quelle tipiche situazioni in cui qualcosa di non immediatamente apprezzato, come succede spesso con studi rivoluzionari, va avanti grazie alla testardaggine e all’abnegazione dei ricercatori. Ma il momento del riconoscimento per le cose importanti arriva. E oggi l’attenzione che Covid-19 ha convogliato su questa tecnologia sono certo che darà ulteriore impulso, in termini di ricerca e risultati e anche di investimenti”.

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Nel mondo dell’oncologia si stanno tentanto diversi approcci a questo tipo di tecnologia: “Quello più realizzabile con le conoscenze attuali punta a sviluppare un vaccino terapeutico che colpisca mutazioni diverse ma trasversali, comuni a più tumori. Non siamo ancora sulla super personalizzazione di un vaccino mirato a una singola alterazione presente solo in quel paziente. Io faccio parte di un maxi consorzio che ha fatto l’analisi di tutto il genoma del cancro, lavoro importantissimo uscito su ‘Nature’ una settimana prima dell’esplosione di Covid, e posso dire che è tanto che si stanno cercando queste singole mutazioni ed è difficile trovarle”. La strada è aperta. “E in un giorno più lontano arriveremo probabilmente anche ai vaccini preventivi”.

Oggi, precisa Tortora, “su questo fronte sono disponibili sono solo vaccini preventivi ‘indiretti’, nel senso che proteggono contro virus come quello dell’epatite B o il Papilloma virus, e prevenendo l’infezione prevengono anche il rischio di sviluppare alcuni tumori”.

In questo momento, però, “il campo che è maggiormente in fase di sviluppo è quello dell’immunoterapia e siamo soltanto all’inizio, nonostante vediamo già risultati straordinari per tanti tipi di tumore. L’applicazione più probabile nell’immediato futuro è quella della combinazione di più immunoterapici, possibilmente anche con un vaccino. E’ sul melanoma che ci si sta concentrando in particolare per questo approccio” di doppio attacco che coinvolge anche vaccini terapeutici.

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Questi studi, la congiunzione che abbiamo visto anche con Covid-19, “mostrano come l’interdisciplinarietà sia da sempre l’alimento della scienza. Con un volo nemmeno troppo pindarico possiamo notare l’analogia con Crispr-Cas9. Questo è un sistema all’origine di una sorta di immunità elementare. Poi si è scoperto che con questo sistema si può fare un taglia e incolla del Dna. Nato in laboratori chimici (è valso il Nobel per la Chimica a due donne), ha aperto strade pazzesche per una ricerca in campo medico e anche oncologico”.

 

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