L'immunologo Minelli: "Sulla pandemia dobbiamo inoculare razionali dosi di ottimismo"

Il responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzata: "Il medico che parla in tv non deve dimenticare che chi lo ascolta ha bisogno di essere rincuorato e non ulteriormente spaventato".

Mauro Minelli, specialista in Immunologia clinica e Allergologia
Mauro Minelli, specialista in Immunologia clinica e Allergologia
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12 Maggio 2021 - 16.10


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Rassicurare ma far sottovalutare i rischi? Oppure raccontare in maniera poco diplomatica la verità per far rispettare le regole ma spaventare?

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“La frontiera della scienza è il benessere e quella della medicina la guarigione dalle malattie che da sempre affliggono gli esseri umani. Nel tempo della pandemia ho sempre pensato che dovremmo innanzitutto inoculare razionali dosi di ottimismo, anche per rendere più sopportabili le situazioni di oggettiva difficoltà di fronte alle quali ci siamo trovati (misure restrittive, sacrifici, rinunce). Il medico che parla in tv e sui giornali non deve dimenticare nelle sue analisi tecniche che chi lo ascolta ha bisogno di essere rincuorato e non ulteriormente spaventato”.
Lo ha detto l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzata, commentando la polemica tra i virologi Roberto Burioni e Massimo Galli aperta da un tweet del primo: “Chi evidentemente non ha letto gli ultimi lavori scientifici, continua a blaterare in tv di un vaccino ‘tarato su un virus di un anno fa’”.

“Ecco perché non credo sia condivisibile l’idea di mandare in onda colonne sonore tendenzialmente e ininterrottamente inquietanti a cornice di una realtà già fin troppo preoccupante di suo. Alla gente bisogna anche suggerire soluzioni efficaci e non solo lugubri panegirici – rimarca – I vaccini, è necessario ribadirlo, ci stanno aiutando a riemergere in zona periscopio dopo un lungo inabissamento sociale e psicologico, credo si debba insistere su questa strada, la strada del coraggio. Purtroppo abbiamo messo in scena di tutto in quest’ultimo anno, ma alla figura del Caronte che orienta verso l’Ade a mio avviso un medico non dovrebbe ispirarsi mai”.

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