Il think tank degli studiosi: "Non solo vaccini, dieci punti per evitare nuove chiusure"

Il dossier sulla pandemia di Lettera150 cui aderiscono oltre 300 accademici di varie discipline, fra cui il virologo Andrea Crisanti

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13 Maggio 2021 - 16.16


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È stato elaborato un dossier al cui interno è presente una strategia che contempla in tutto 10 azioni per “ripartire evitando nuove chiusure”.
A proporlo è Lettera150, il think tank a cui aderiscono oltre 300 accademici di varie discipline, fra cui il virologo Andrea Crisanti che ha firmato il documento ed è fra gli esperti che ne hanno elaborato i contenuti.
Punto primo: isolare rapidamente i possibili contagiati e liberare i territori immuni. Come? Sviluppando una campagna di tamponi di massa fra i contatti dei positivi, sviluppando e distribuendo test rapidi affidabili da fare ovunque ci siano aggregazioni: treni, aerei, scuole e università una volta la settimana; seguendo il modello Madrid che ha fra le azioni persino la conta del virus nelle acque reflue per identificare i quartieri più colpiti.
Secondo: istituire sistemi di ‘network testing’ e verifiche dei guariti e vaccinati, capitolo che ha a che vedere anche col passaporto vaccinale. Questi sono i primi due punti del dossier.

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Dieci voci per “mettere in sicurezza il Paese contro l’epidemia. Perché non basta osservare le regole di distanziamento e non bastano i vaccini, la cui campagna sta ora decollando, per ripartire senza nuove chiusure”, hanno assicurato i promotori della strategia in una nota.
Le proposte operative spaziano dai test molecolari su vasta scala alla medicina preventiva e domiciliare, dalla produzione nazionale dei vaccini al sequenziamento delle varianti, alla pubblicazione dei dati disaggregati, dalla detraibilità fiscale delle mascherine Ffp2 alla purificazione dell’aria negli ambienti chiusi, dai trasporti alle scuole.

“L’epidemia ha messo a nudo vecchie e nuove inefficienze”, ha detto Giuseppe Valditara, giurista, coordinatore di Lettera150.
“Il quadro macroeconomico delineato ai primi di marzo dall’Istat evidenzia quanto sia stato forte l’impatto della pandemia nel nostro Paese. Per evitare nuovi stop, serve una strategia ad ampio raggio per mettere in sicurezza il Paese”. 
Il dossier, oltre a quella di Crisanti e Valditara, porta le firme di: Antonio Bianconi, professore di biofisica, università La Sapienza Roma; Sergio Brasini, professore di statistica economica, università di Bologna; Luigi Cavanna, direttore del Dipartimento di oncologia/ematologia, Asl di Piacenza; Mario Comba, docente di diritto pubblico comparato, università di Torino; Pierluigi Contucci, professore di fisica matematica, università di Bologna; Francesco Curcio, professore di patologia medica, università di Udine; Giovanni Deriu, professore di angiologia, università di Padova; Giulio Maira, professore di neurologia, Humanitas Milano; Massimo Mariani, professore di cardiochirurgia, università di Groningen, Olanda; Giampietro Ravagnan, docente di Microbiologia, università Ca Foscari; Cesare Saccani, professore di impianti industriali meccanici, università di Bologna; Claudio Zucchelli, presidente aggiunto onorario del Consiglio di Stato.

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Si parla di riduzione del rischio relativo ai trasporti, con una serie di interventi che ne aumentino la disponibilità; di dispositivi di protezione individuale e collettiva, come appunto la sanificazione degli ambienti; di riapertura in sicurezza delle scuole e di misure per rendere ‘equo’ l’accesso alla Dad; di trasparenza sui dati della pandemia; di strategia di riduzione della mortalità, che passa anche dal coinvolgimento dei medici di medicina generale, da un piano per una gestione ottimale dei pazienti, dall’identificazione tempestiva di varianti del virus non note e dall’aumento delle terapie intensive.

E, ancora, gli ultimi 3 punti toccano il tema delle terapie e della medicina territoriale e dell’uso degli anticorpi monoclonali in terapia ospedaliera o domiciliare assistita; le quarantene e i Covid Hotel; una strategia per fronteggiare la carenza di vaccini, e fra le vie citate per raggiungere l’obiettivo quella della licenza obbligatoria e della sub licenza. In quest’ultimo capitolo si legge: “L’Italia deve comprare 60 milioni di dosi di vaccino tra Pfizer e Moderna con consegna in autunno efficace contro le varianti che ci saranno (come per l’influenza) per fare un richiamo a tutti e attrezzarsi a fare un milione di dosi al giorno”.
E un monito: “La sagacia politica di una nazione si giudica anche da come essa sa approfittare delle contingenze negative per superarle ma anche miglio- rare la sua situazione”.

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