Siamo per la prima vota di fronte ad un virus sconosciuto ed è chiaro che non ci sono certezze, ma si va avanti per ipotesi man mano che si raccolgono i dati.
”Il vaccino anti-Covid a piattaforma adenovirale tipo AstraZeneca o Johnson&Johnson può perdere efficacia a causa degli anticorpi che vengono prodotti nei confronti dell’adenovirus. Quindi l’ipotesi di fare richiami con vaccini con diversa piattaforma, a Rna messaggero, può avere un senso. Anche in questo caso si prende atto di sperimentazioni che sono importanti, ma sono preliminari”.
Così l’infettivologo Francesco Menichetti, primario di malattie infettive all’ospedale di Pisa, commenta uno studio britannico che attesta la sicurezza del mix AstraZeneca-Pfizer per la prima e la seconda dose.
“Comunque si tratta di vaccini efficaci in grado di sollecitare o la prima risposta o la memoria immunologica, quindi – sottolinea Menichetti – in modo laico non mi sentirei né di consigliarlo né di sconsigliarlo”. Ma se qualcuno che ha fatto la prima dose di AstraZeneca avesse riserve nel fare il richiamo, “chiarendo che la seconda dose non è assolutamente più pericolosa della prima e che se non si hanno avuto problemi può essere fatta con tranquillità, io credo che, con lo stesso intervallo a 3 mesi, potrebbe accedere anche a un vaccino a mRna. Questo però – precisa – dipenderà dalla disponibilità dei vaccini e dalle politiche che si intenderà attuare.
Ma – rileva il virologo – il generale Figliuolo, sebbene militare, mi pare stia dimostrando una grande flessibilità. E dunque – conclude Menichetti – se ce ne fosse la possibilità, io non sarei scandalizzato né mi sentirei di estrarre il cartellino rosso”.
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