Crisanti replica alla destra sul tracciamento: "La usano già nell'Inghilterra del conservatore Johnson"

Il professore replica a brutto muso alle critiche soprattutto di Lega e Fdi: "Metodo da regime? Peccato che a implementarlo con successo è stato il Paese della Regina"

Andrea Crisanti
Andrea Crisanti
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

8 Giugno 2021 - 16.33


ATF AMP

Altro che dittatura sanitaria: “Mi accusano di voler mettere sotto controllo e spiare gli italiani, ma io ho semplicemente detto che per l’Italia sarebbe stata opportuna una soluzione simile a quelle adottate in Inghilterra, dove per favorire il tracciamento utilizzano un’App e, ogni volta che una persona entra in uno spazio pubblico, che sia un teatro, un cinema, un pub, può scannerizzare un Qr Code e caricare sull’App il sito visitato.
Un metodo da regime? Peccato che a implementarlo con successo è stato il Paese della Regina, guidato dal governo conservatore di Boris Johnson, non il Soviet di San Pietroburgo”. 
Ha replicato così il virologo Andrea Crisanti alle critiche attirate dall’area del centrodestra per la sua proposta sull’opportunità di geolocalizzare chi entra nei luoghi pubblici per aiutare il tracciamento in caso di positività a Covid e quindi la guerra al virus.
“E’ una proposta ragionevole supportata dal mondo scientifico e adottata in un Paese democratico. Una misura importante”, ha detto il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. Oggetto del dibattito è l’Immuni d’Oltremanica: si chiama ‘Nhs Covid-19’, è un’App per il tracciamento digitale dei contatti di positivi a Sars-CoV-2 che per gli scienziati ha funzionato in suolo britannico, contribuendo a “frenare la diffusione del virus”, come viene raccontato in un approfondimento pubblicato nelle scorse settimane su ‘Nature’. L’App britannica si è evoluta e ora ha anche funzionalità extra come quella che permette di ‘effettuare il check-in’ quando si va in un luogo, scansionando il suo codice Qr, utile in caso di una successiva notifica se la sede in questione ha casi positivi. Ed è proprio questa la funzione citata da Crisanti, finito nel mirino delle critiche per il nodo privacy.
“Ma io – ha precisato – ho solo fatto notare che, nel momento in cui noi deroghiamo alla sfera della nostra privacy concedendo ai giganti del web una serie di informazioni su quello che desideriamo, compriamo, scegliamo, non capisco perché non possiamo donare queste informazioni per combattere l’epidemia”.
l problema è che “si sottovaluta l’importanza del tracciamento dei contatti proprio nel momento in cui può funzionare di più – ha ragionato Crisanti – E l’Inghilterra dimostra che i vaccini sono importanti, ma da soli non bastano”.
Quindi, ha proseguito il virologo, “quel che dico è: perché questi dati” sulle nostre vite “devono essere gestiti esclusivamente dai Big del web e non possono essere utilizzati per misure di sanità pubblica?
Pongo questo problema: il cittadino o il politico italiano pensano che sia più etico permettere ad App come Google, Amazon o Facebook di tracciarci e gestire queste informazioni e dati, invece di restituirli alla comunità per motivi così importanti? Io ho proposto di fare in Italia con Immuni quello che in Gb si fa con un’App del loro servizio sanitario nazionale. Davvero, non vedo il senso di queste critiche”.

Top Right AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version