Il tema di questi giorni riguarda la possibilità di fare due vaccini diversi dopo il caso AstraZeneca, con un occhio alle varianti che potrebbero esplodere da un momento all’altro.
“Ho passato due giorni a studiarli e, pur nella povertà dei dati disponibili, mi sono convinto che la vaccinazione eterologa funzioni”.
Lo ha affermato l’infettivologo del “Sacco” di Milano Massimo Galli.
“Nella sua conferenza stampa – ha spiegato Galli – il premier Draghi ha detto una cosa interessantissima a proposito della bassa risposta anticorpale dopo la prima dose: il consiglio che gli hanno dato glielo avrei dato anch’io, sarebbe fondamentale sapere come le persone hanno risposto al vaccino ma è una cosa abbastanza complicata. Ci sono migliaia di italiani che stanno facendo gli esami pagando di tasca propria e favorendo il legittimo fatturato di tanti laboratori privati”.
Quanto al discorso della libertà di scelta, “sono favorevole – ha ammesso l’infettivologo – in una situazione come quella attuale preferisco che la gente non sia obbligata”.
A giudizio di Galli “In Italia si sta seguendo la ‘variante delta’, ma non la si sta seguendo abbastanza. I focolai identificati sono pochi, sono limitati”.
“Bisogna ricordare – ha spiegato – che da noi sono state somministrate 46 milioni di dosi contro i 73,7 milioni in Gran Bretagna, che le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 15,7 milioni contro i 31 milioni del Regno Unito. In una situazione di questo tipo occorre continuare a consigliare cautela, soprattutto a chi non è ancora vaccinato o a chi, pur vaccinato, è in una condizione di fragilità”.
Ha aggiunto l’infettivologo che “La variante delta’ ha una capacità diffusiva superiore a quella inglese, e l’ha soppiantata in India e in Gran Bretagna: per fortuna abbiamo tantissimi vaccinati ma dobbiamo anche ammettere di non sapere se, per così dire, il vaccino ha ‘preso’ o no”.
“Se la politica non lo capisce – ha osservato – mi auguro che gli italiani continuino a fare bene come hanno fatto sinora considerando la mascherina una protezione e non un bavaglio”.
A suo avviso “Lo stato di emergenza va prorogato”. “E’ una discussione in parte di ordine elettorale – ha premesso Galli – L’emergenza non è ancora risolta, in una Paese in cui ogni Regione ed ogni Provincia autonoma fa un po’ quel che gli pare dal punto di vista organizzativo, mantenere le condizioni per cui il governo è in grado di intervenire tempestivamente laddove necessario è opportuno e rassicurante”.