L'immunologo Clerici sulla finale Euro2020 a Londra: "Non andare nella tana del lupo"

Il professore: "Una partita di questo tipo comporta uno spostamento di massa"

Mario Clerici, docente di immunologia dell'università degli Studi di Milano
Mario Clerici, docente di immunologia dell'università degli Studi di Milano
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22 Giugno 2021 - 17.04


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Dopo le affermazioni perentorie di Draghi e oggi della Merkel, arrivano le prime reazioni degli esperti sulla possibilità di far giocare la finale degli Europei 2021 a Londra, che sta registrando un aumento esponenziali di Covid dovuti in gran partre alla variante indiana.
“Il punto è che la variante Delta di Sars-CoV-2 sta diventando la più ‘popolare’ in Gb. In Italia ce n’è ancora poca, sebbene sia presente. Visto che una finale di un campionato di calcio di queste dimensioni comporta uno spostamento di massa e in uno stadio la situazione con migliaia di tifosi è pur sempre difficile da governare, mi pare saggio valutare di non andarla a giocare proprio nella ‘tana del lupo’”.
Concorda con i dubbi espressi dal premier Mario Draghi, su cui sembra convergere anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, l’immunologo Mario Clerici, docente dell’università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi. Il dibattito sulla finale degli Europei di calcio continua, nonostante siano arrivate più conferme sulla volontà di restare attinenti al piano originario: Londra.
“Non era un’idea stupida quella di valutare la possibilità di spostare la finale – osserva Clerici – In questo momento infatti la Gran Bretagna è il Paese europeo con più casi di variante Delta. Ora che finalmente si sta superando il problema coronavirus, va tenuto in conto il rischio di portare decine di migliaia di persone in un Paese che ha i contagi in crescita. Persone che poi tornerebbero a casa rischiando di portare con sé la variante. E’ vero che un ciclo vaccinale completo, con la doppia dose, dai dati che abbiamo neutralizza la variante Delta (al 92% con AstraZeneca e al 96% con Pfizer), ma visto che le cose stanno andando meglio cerchiamo di giocarcela bene”.
Peraltro, aggiunge, “è stata spostata un mese fa anche la finale di Champions League dalla Turchia al Portogallo. Quindi non sarebbe una cosa così inaudita. Draghi magari pensava di portare la finale a Roma?
Io andrei in un Paese europeo dove la prevalenza della variante Delta è più bassa, non in Gb. Magari non in Italia. Ma sarebbe saggio pensarci a un cambio di sede. In fondo, il passato ci insegna che eventi di massa come le partite possono essere super diffusori. Anche se non siamo più quelli di 18 mesi fa”, conclude Clerici facendo riferimento alla partita Atalanta-Valencia che si disputò agli albori della pandemia di Covid, “e oggi siamo consapevoli dei rischi”.

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