Sileri ha ragione: "Prioritaria la differenza di genere nella ricerca clinica"

Il sottosegretario alla Salute: “Non può esserci equità tra uomini e donne se si continuano a ignorare le loro differenze”

Pierpaolo Sileri
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23 Giugno 2021 - 10.35


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Tenere conto delle differenze di genere è fondamentale per sviluppare nuove cure e farmaci personalizzati. “Non può esserci equità tra uomini e donne se si continuano a ignorare le loro differenze”. E’ il messaggio lanciato dal sottosegretario di Stato al ministero della Salute, Pierpaolo Sileri, intervenuto oggi al convegno “Medicina e Politiche di Genere al tempo di Covid-19 Il punto di vista degli Irccs lombardi”. 
“La pandemia ha avuto un impatto importante sulla vita di tutti, ma con differenze di genere che è bene mettere in luce per saperle meglio superare – dice Sileri -. Non mi riferisco solo alla medicina genere-specifica, ma in generale alle ‘politiche di genere perché sappiamo bene che i determinanti di salute e le condizioni di benessere del singolo sono definite dall’insieme delle variabili non solo fisiche, ma anche ambientali, sociali, culturali e relazionali in cui vive ed interagisce”, aggiunge.
Secondo il sottosegretario Sileri, parità, equità, appropriatezza sono principi che vedono imprescindibilmente il tema del “Gender equality” come prioritario. “Non possiamo parlare di vera medicina personalizzata se non concentriamo maggiori sforzi sulla ricerca clinica di genere”, dice. “La pandemia ci ha ricordato ad esempio che, seppur in casi rari, uomini e donne possono avere differenti risposte ai vaccini”, aggiunge.
Il ruolo degli Irccs nella promozione della “Gender equality” è centrale. “Il loro fare rete – sottolinea il sottosegretario Sileri – è di fondamentale importanza per mettere a fattore comune le eccellenze e amplificarle con un unico filo rosso che tenga insieme ricerca, politiche, sanità pubblica e territorio. 
Realizzare programmi di prevenzione, sviluppare metodologie diagnostiche e terapie su misura per l’uomo e per la donna costituiscono in tal senso un’opportunità di confronto e costruzione di percorsi trasversali e collaborazione scientifica su tematiche attuali e condivise, per un ‘Sistemà salute inclusivo e attento dove la parola chiave è centralità del paziente”.

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