Crisanti preoccupato: "Variante Delta insidiosa ma l'Italia è messa meglio del Regno Unito"

La mutazione 'indiana' del Covid infetta anche chi ha fatto una sola dose di vaccino. "Ma il caldo ci aiuta e avanti con le vaccinazioni"

Crisanti
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29 Giugno 2021 - 18.58


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La variante Delta si sta diffondendo velocemente in tutta Europa e non solo, anche se gli studi dicono che la doppia dose di vaccino “tiene botta” contro questa ennesima mutazione del Covid 19. “Questa variante Delta è stata una sorpresa per tutti: non solo è altamente trasmissibile, ma infetta con frequenza allarmante anche le persone che hanno fatto una sola dose di vaccino”.
Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia dell’Università di Padova, torna a riflettere sugli sviluppi della pandemia di Coronavirus alla luce delle mutazioni del virus. Crisanti ha invitato la politica a riflettere sull’impiego del Green pass, il certificato verde che permette di viaggiare senza restrizioni anche (per ora) a chi ha ricevuto una sola somministrazione.
“Se non vogliamo tornare in una situazione di chiusure e restrizioni in autunno – ha detto – più investiamo adesso e minore è la possibilità di trovarci in una situazione difficile dopo”. Davanti alle misure troppo permissive della politica, per Crisanti non è giusto attribuire la responsabilità dei nuovi focolai al comportamento dei cittadini. “Non possiamo attribuire agli italiani nessuna colpa”, ha detto.
“Se il messaggio è quello che non c’è più pericolo, che tutta Italia diventa zona bianca, allora non ci possiamo lamentare se prendono treni o autobus affollati, o se vanno in vacanza. La battaglia – ha aggiunto il microbiologo – a questo punto è assolutamente politica. Se consentono al virus di diffondersi e emergono varianti resistenti al vaccino qualcuno la responsabilità se la dovrà pur prendere”.
“Zone rosse mirate? Troppo poco e troppo tardi”
Al momento, l’ipotesi di applicare delle zone rosse mirate per contenere la variante Delta è per Crisanti “troppo poco e troppo tardi”: “Si doveva impostare una cosa del genere un mese fa, quando c’erano i primi casi. Con il 20-25% di casi di variante Delta sparsi per l’Italia non riesco a immaginare come si possa fare”.
Il vantaggio dell’Italia sull’Inghilterra
Dobbiamo aspettarci il peggio anche in Italia? Per il professore resta comunque una differenza importante tra Italia e Inghilterra: “In queste ultime quattro settimane lì c’è stata una media di 14-16 gradi, mentre in Italia ha fatto molto più caldo. Questo si sa che ha un impatto. Se in Italia la variante Delta si diffonderà, lo farà a un ritmo inferi”.

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