La prima gestione del virus per Johnson era stata degna del miglior Bolsonaro, ma per le altre ondate la tattica usata per la Gran Bretagna con le chiusure forzate per mesi aveva portato i suoi frutti.
Da qualche settimana però Johnson sembra essere tornato indietro: lo scoppio della variante indiana, gli stadi pieni e il liberi tutti da luglio non fa ben sperare. Vedremo se avrà ragione lui, per adesso ci affidiamo agli esperti.
“E’ sperabile, e secondo me dobbiamo assistere attendendo, che la mortalità che è l’ultimo dei parametri che cresce non cresca in Inghilterra”.
Lo dice il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano, definendo “una decisione politica criticabile” quella presa dal premier britannico, di riaprire tutto togliendo anche l’obbligo di mascherina al chiuso a partire dal 19 luglio.
“Non ha senso rovinare per motivi politici quello che si è guadagnato con la sofferenza – afferma Pregliasco – E’ anche peggio dover poi fare un passo indietro come in Israele dove la mascherina l’hanno rimessa. E’ incomprensibile questa scelta”, incalza il virologo che avverte: “Bisogna continuare a monitorare i ricoveri in ospedale. Ci vuole ancora una quindicina di giorni per poter dire che complessivamente nella vita reale il vaccino ha un’azione positiva confermata”.