Pensare ora a una eventuale terza dose di vaccino è prematuro, anzi “pericoloso”, perchè distoglie l’attenzione dall’obiettivo principale, che è vaccinare gli anziani con la seconda.
E’ quanto ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera l’epidemiologo e ordinario di Igiene all’università Vita e Salute San Raffaele, Carlo Signorelli.
Innanzitutto vi è un problema “organizzativo”. “Un’operazione del genere ora ci metterebbe in ginocchio – ha affermato Signorelli -. I centri hub sono destinati a essere dismessi per restituire palazzetti e sedi fieristiche alla funzione originaria”.
Il primo obiettivo per il professore è “raggiungere con la doppia dose gli ultrasessantenni che ancora non le hanno ricevute e i giovani”.
Israele ha già cominciato con la terza dose, ma è “un Paese piccolo, senza problemi di forniture di fiale”.
Dunque possono permettersi di avviare questo processo “che è al di fuori della nostra portata”, ha detto Signorelli.
Inoltre resta ancora da capire se la terza dose sia davvero necessaria: “Non c’è alcuna conferma – ha ricordato l’esperto – che dopo sei mesi dall’inizio del ciclo vaccinale le difese scendano”.
In ultimo, introdurre il concetto di terza dose nel dibattito pubblico è controproducente per Signorelli, perché è una notizia che “confonde chi è già titubante nei confronti della vaccinazione”, una ulteriore arma per i no vax.
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