La destra della chiesa anti-Francesco, che ama il cristianesimo alla Trump (odia il prossimo tuo…) e che non poteva che essere dalla parte dei negazionisti, dei no-vax e di tutta quella marmaglia che è la migliore alleata della pandemia all’insegna dell’egoismo.
L’ex nunzio Carlo Maria Viganò, che arrivò a chiedere le dimissioni di Papa Francesco, torna a farsi sentire. Stavolta il bersaglio è doppio: il Motu proprio ‘Traditionis Custodes’ con il quale il Pontefice ha impresso una stretta alle messe in latino. E il decreto sul Green Pass del governo italiano che a detta del presule violerebbe la Costituzione.
Viganò, nel suo lungo intervento video pubblicato sul blog Stilum Curiae, a proposito del motu proprio del Pontefice, dice: “Sconcerta, a mio parere, non tanto questo o quel punto del Motu Proprio, quanto la sua complessiva indole tirannica, accompagnata da una sostanziale falsità delle argomentazioni addotte a giustificazione delle decisioni imposte. Così come scandalizza l’abuso di potere di un’autorità che ha la propria ragion d’essere non nell’impedire o limitare le Grazie che tramite la Chiesa sono elargite ai suoi membri, ma nel favorirle; non nel togliere gloria alla Maestà divina con un rito che ammicca ai Protestanti, ma nel renderla in modo perfetto; non nel seminare errori dottrinali e morali, ma nel condannarli ed estirparli”.
L’ex nunzio Viganò fa un parallelo “con quanto avviene nel mondo civile: i nostri governanti abusano del loro potere al pari dei nostri Prelati, imponendo norme e limitazioni in violazione dei più basilari principi del diritto. Inoltre proprio chi è costituito in autorità, su entrambi i fronti, spesso si avvale di un mero riconoscimento de facto da parte della base – cittadini e fedeli – anche quando le modalità con cui ha conquistato il potere violano, se non la lettera, quantomeno lo spirito della legge. Il caso dell’Italia, in cui un Governo non eletto legifera sull’obbligo vaccinale e sul green pass violando la Costituzione e i diritti naturali degli Italiani, non mi pare molto dissimile dalla situazione in cui si trova la Chiesa.
Rimane evidente che vi è una profonda crisi dell’autorità, civile e religiosa, in cui chi esercita il potere lo fa contro coloro che dovrebbe proteggere e soprattutto contro il fine per cui quell’autorità è costituita”.