Pregliasco attacca i no-vax: "Sono violenti e non esiste il diritto a infettare gli altri"

Il direttore sanitario dell'ospedale Galeazzi: "'Ci hanno usato come capro espiatorio a fronte dell'angoscia psicologica legata all'incertezza del futuro"

Il virologo Fabrizio Pregliasco
Il virologo Fabrizio Pregliasco
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4 Settembre 2021 - 16.43


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Prudenza e non apriamo le porte alla demagogia: ”Le varianti sono intrinseche all’evoluzione del virus. È chiaro che dobbiamo continuare il monitoraggio alla luce anche della necessità della terza dose.

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Potrebbe darsi che il virus abbia una deriva ‘buonista’ e che diventi cioè, meno fastidioso. Non è detto che una variante sia sempre cattiva, perché il virus si evolve in modo casuale, senza una logica.

Abbiamo censito più di 900 varianti, molte delle quali irrisorie. La Mu pare che abbia i punti critici, determinanti per la replicazione, per sfuggire ai vaccini ed essere più contagioso. Prende le variazioni che già conosciamo delle altre varianti e questo è negativo. Vedremo però, se prenderà o meno piede o resterà circoscritta”. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi, ai microfoni di iNews24.it spiega che la nuova variante del Sars-CoV-2 ”è da valutare” e si dice favorevole all’obbligo vaccinale.

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“Se sarà necessario sì – sottolinea -. Ritengo che sia fondamentale utilizzare al meglio l’opportunità della vaccinazione, perché ha già dimostrato efficacia e sicurezza. A fronte di quest’arma, l’uso più ampio possibile con un obbligo o anche con un green pass allargato, è la strada giusta. Il vaccino riduce i costi sanitari della terapia intensiva che ammontano a 1500 a 4500 euro al giorno. In più riapre la possibilità di un ritorno alla vita. Non esiste un diritto di infettare gli altri e questo è l’elemento principale che sta dietro alla vaccinazione”. 

– Il virologo interviene anche sull’estensione del periodo di validità del green pass: ”Secondo me è ragionevole estendere il periodo. Avremo i dati dei primi vaccinati via via, ma per adesso i risultati a sei mesi danno in media una perdita della protezione del

10%. La protezione va a scemare, ma non perde efficacia di punto in bianco. Tutto comunque, dipende dallo scenario epidemiologico. Se la situazione resta così, può essere tollerata una perdita di copertura”. Se gli studi fossero favorevoli alla vaccinazione ai bambini dagli 0 ai 6 anni e dai 6 ai 12 anni, ”in questa fase la massima copertura vaccinale ci darebbe un vantaggio. Nel tempo però, quando la situazione sarà migliorata, i bambini non saranno la priorità, se non quelli più fragili”.

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Infine un commento sui no-vax: ”Ci hanno usato come capro espiatorio a fronte dell’angoscia psicologica legata all’incertezza del futuro.

Sono variegati. C’è chi per esorcizzare, è contro una situazione che invece è oggettiva. Utilizza noi virologi e i giornalisti perché siamo quelli che danno informazioni rispetto a gente che non ha contezza della gravità della malattia e conseguentemente hanno paura dei vaccini perché pensano che siano peggio della malattia. Poi ci sono gli agitatori strumentali, la parte violenta. In ogni caso è irrazionale e questa loro libertà non è costituzionale, perché come ho detto, non esiste il diritto di infettare gli altri”.

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