L'appello di Oxfam: "I leader europei agiscano per reinsediare i profughi afghani a rischio nei loro paesi"

Paolo Pezzati: "Reinsediamento di almeno 36 mila rifugiati, che sono già identificati dall'Unhcr, e dei tanti che si trovano negli stati alla frontiera con l'Afghanistan. Questa è l’unica soluzione"

Profughi afghani
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5 Ottobre 2021 - 17.17


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Si deve riuscire a rispettare i patti ed essere solidali con le promesse fatte in passato.

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“I leader europei agiscano immediatamente per reinsediare nei paesi dell’Unione i profughi afgani a rischio, aiutando concretamente i paesi al confine che si stanno facendo carico dell’accoglienza di chi è fuggito dall’Afghanistan in cerca di salvezza”.

È l’appello lanciato da Oxfam insieme ad altre organizzazioni umanitarie, alla vigilia del summit sulla crisi in programma il 7 ottobre.

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“L’Europa deve tenere fede agli impegni presi dopo il ritiro dello scorso agosto dal Paese, senza voltare le spalle al destino dei profughi afgani – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Chiediamo che ci si attivi immediatamente per il reinsediamento, entro il prossimo anno, di almeno 36 mila rifugiati a rischio, che sono già identificati dall’Unhcr, e dei tanti che si trovano negli stati alla frontiera con l’Afghanistan. Questa è l’unica soluzione per offrire un futuro a chi è già fuggito e consentire un’accoglienza dignitosa a chi lascerà il Paese nei prossimi mesi”.

Le organizzazioni firmatarie dell’appello chiedono infatti di accompagnare il reinsediamento dei profughi con il potenziamento di canali legali, che consentano a più persone possibile di mettersi in salvo in Europa.
 “In aggiunta alle quote di rifugiati per cui sarà previsto il reinsediamento nei Paesi Ue, è fondamentale estendere meccanismi che prevedano un uso flessibile dei ricongiungimenti familiari, il rilascio di visti umanitari o per motivi di lavoro e studio, e l’introduzione di schemi di community sponsorship – aggiunge Pezzati – Senza queste misure, in tanti nei prossimi mesi saranno costretti a lunghissimi viaggi verso l`Europa alla mercé dei trafficanti di esseri umani, costretti a rischiare la vita ancora una volta”.

E` cruciale inoltre sottolineare che queste iniziative sono misure aggiuntive, che non devono essere utilizzate dagli Stati come pretesto per sottrarsi all’impegno sulle quote per il reinsediamento. Allo stesso modo è fondamentale che ai profughi afghani sia garantito un accesso pieno e trasparente alla procedura di asilo una volta arrivati in Europa.

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“Questi canali di ingresso complementari non possono sostituire il diritto di afgani e altri richiedenti asilo di cercare protezione in Europa, indipendentemente da come vi siano arrivati. – conclude Pezzati – Tutte le richieste di asilo respinte che riguardano cittadini afgani devono essere riesaminati con urgenza, i rimpatri devono essere formalmente sospesi in linea con il principio di non-refoulement e qualsiasi ostacolo posto all`accesso alle procedure di asilo o all`accoglienza in Europa deve essere indagato e sanzionato dalle istituzioni dell’Ue. Nelle ultime settimane, la Commissione europea, il Parlamento europeo, le regioni e le città, la società civile hanno mostrato solidarietà ai rifugiati afghani, i leader europei facciano altrettanto”.

Infine all`Italia – a seguito della prima riunione del Tavolo di coordinamento istituto dal Governo sulla crisi afghana – chiediamo che strutturi una rapida collaborazione tra il Ministero degli Interni e quello degli Esteri, affinché vengano definite procedure operative efficienti in grado di rispondere ai bisogni delle persone vulnerabili che devono arrivare nel nostro paese.

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