Galli contro i no-vax: "Favoriscono l'aumento del Covid che si ripercuote sulla situazione sanitaria"

Il primario del reparto di malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano e ordinario presso l'Università Statale: "Vediamo un'epidemia di non vaccinati e la sua portata comincia a diventare preoccupante"

Il virologo Massimo Galli
Il virologo Massimo Galli
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15 Novembre 2021 - 17.33


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Una minoranza di irresponsabili e fanatici che rischiano di far pagare il prezzo a tutti.

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“Le scelte non responsabili né giustificate dei non vaccinati vanno al di là del danno dovuto all’aumento dei casi di Covid, ma vanno a ripercuotersi sulla situazione sanitaria nel suo complesso”.

 Da questo punto di vista, “non vorremmo arrivare a mettere ancora gli ospedali iniziare a lavorare a scartamento ridotto su tutto il resto delle malattie”. 

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Così ad Agorà, su Rai Tre, Massimo Galli, primario del reparto di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano e ordinario presso l’Università Statale.

“Ho fatto pochi giorni fa la terza dose del vaccino anti Covid insieme all’antinfluenzale. Siamo in una situazione – ha aggiunto Galli – in cui vediamo soprattutto un’epidemia di non vaccinati e la sua portata, anche se è una situazione annunciata, comincia a diventare preoccupante a causa della sua portata”. I casi di Covid, “anche non saranno mai come gli anni precedenti, potrebbero arrivare a mettere gli ospedali in condizioni di difficoltà nella capacità di svolgere le mansioni.

Questo è particolarmente grave per un cittadino che si è responsabilmente vaccinato per se stesso e per la collettività”.

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Sull’utilizzo dei tamponi per il green pass “sono sempre stato perplesso: credo non si regge la gestione del green pass con la ripetizione del tampone, forse va rivalutato il ruolo della misurazione della presenza o meno degli anticorpi. Chi fa il vaccino dovrebbe esser protetto, ma se non fa anticorpi e’ molto probabile che non lo sia”. Il fatto che si continua a ripetere che la misurazione degli anticorpi non serva, ha precisato, “e’ una leggenda che va prima o poi sfatata: capisco che non si puo’ fare un sierologico a 60 milioni di italiani ma il test del titolo anticorpale come strumento di lavoro clinico e’ gia’ oggi utilizzato e necessario per le decisioni cliniche”.

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