Trapiantato il cuore di un maiale in un essere umano: ecco la storia

L'operazione è avvenuta venerdì a Baltimora. Il paziente sta bene. E' una novità assoluta in campo medico che potrebbe cambiare le prospettive di vita di centinaia di migliaia di malati che necessitano trapianti di organi

Trapiantato il cuore di un maiale in un essere umano: ecco la storia
Trapiantato il cuore di un maiale geneticamente modificato ad un essere umano a Baltimora
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11 Gennaio 2022 - 10.47


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Il progresso scientifico ha dato vita ad un intervento chirurgico straordinario ma anche fuori dal comune: un 57enne con una gravissima malattia cardiaca è stato trapiantato con un cuore nuovo di zecca fatto crescere in un maiale geneticamente modificato: è una novità assoluta in campo medico che potrebbe cambiare le prospettive di vita di centinaia di migliaia di malati che necessitano trapianti di organi.

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Si tratta del primo trapianto riuscito di cuore di maiale in un essere umano. L’operazione, durata otto ore, si è svolta venerdì a Baltimora, e il paziente, David Bennett Sr, oggi sta bene, hanno reso noto i chirurghi dell’ospedale dell’Università del Maryland.

“C’è polso, pressione, è un cuore”, ha commentato Bartley Griffith, responsabile del programma di trapianto cardiaco che ha eseguito l’operazione. Lo riferisce il New York Times.

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“Lavora e sembra normale. Siamo galvanizzati, anche se non sappiamo come andrà a finire: non è mai stato fatto prima”, ha aggiunto ancora Griffith.

Il passo nel buio
Il malato era praticamente terminale: ha deciso di sottoporsi all’operazione chirurgica, ancora sperimentale, perché non aveva alternativa né poteva aspettare il cuore di un donatore umano. E sapeva di essere in un vicolo cieco: “Morire o fare il trapianto. E voglio vivere. So che è un passo nel buio ma è la mia scelta definitiva”, ha detto prima dell’intervento chirurgico.

Bennett è ancora attaccato alla macchina che lo teneva in vita prima dell’operazione e la sua prognosi è incerta. Ma il suo nuovo cuore funziona e potrebbe essere staccato dalle macchine di supporto vitale nelle prossime ventiquattr’ore.

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Il dato incoraggiante è che, dopo l’intervento, nelle prime 48 ore, che sono le più critiche, il suo organismo non ha dato segni di rigetto, nè di aver contratto eventuali infezioni dal suino.

I precedenti
L’operazione avvenuta nel Maryland ha un vago precedente perchè nei mesi scorsi alcuni chirurghi a New York trapiantarono un rene di un maiale geneticamente modificato in una persona cerebralmente morta. Sono anni in effetti che gli scienziati lavorano a tecnologie di editing genetico e agli xenotrapianti, i trapianti di organi e cellule da una specie diversa dall’uomo.

Negli anni 60, furono trapiantati in alcuni pazienti i reni di scimpanzè, ma il paziente più fortunato visse 9 mesi. Nel 1983, venne trapiantato un cuore di babbuino in un bimbo, ribattezzato Baby Fae, che però visse venti giorni appena.

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I suini offrono il vantaggio di esser facili da allevare e raggiungono le dimensioni adatte a essere trapianti in un corpo umano in appena sei mesi.

Considerato che il rigetto è frequente anche con il trapianto da esseri umani, l’obiettivo di utilizzare animali ovviamente è quello di creare organi in numero sufficiente per rispondere alle esigenze delle migliaia di pazienti che ne hanno bisogno.

Lo spartiacque
“Si tratta di un evento che è uno spartiacque”, ha commentato David Klassen, della United Network for Organ Sharing, un passato di chirurgo trapianti proprio nell’università in cui è avvenuto l’avveniristica operazione.

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“Stanno iniziando a schiudersi porte che condurranno, io credo, a grandi cambiamenti nel modo in cui affrontiamo la carenza di organi”. Anche se ovviamente gli ostacoli non mancano e anzi, ha esortato, occorre mantenere i piedi per terra. “Eventi come questi possono essere amplificati dalla stampa, è importante mantenere una prospettiva. Ci vuole tempo per maturare terapie di questo tipo”.

Il trapianto ‘compassionevole’
“Non vedo l’ora di alzarmi dal letto” ha detto il trapiantato, che negli ultimi mesi era sempre stato allettato, poco prima di finire sotto i ferri.

La Food and Drug Administration ha dato l’autorizzazione al trapianto l’ultimo dell’anno, un’autorizzazione d’urgenza ma data attraverso la disposizione ‘expanded access’, ovvero per uso compassionevole: quando la procedura sperimentale, in questo caso il cuore di maiale geneticamente modificato, e’ l’unica opzione disponibile per un paziente che altrimenti rischia la vita.

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Prima di acconsentire al trapianto, Bennett – ricoverato sei settimane prima con un’aritmia che lo poneva tra la vita e la morte – è stato informato del pericolo e del fatto che l’operazione aveva rischi e benefici sconosciuti.

Non un maiale qualsiasi
Il maiale geneticamente modificato è stato fornito da un’azienda di medicina rigenerativa con sede in Virginia; la mattina dell’intervento l’e’quipe chirurgica, guidata dal dottor Griffith, ha rimosso il cuore dal suino e lo ha inserito in un dispositivo per mantenerlo inalterato.

Insieme ai farmaci anti-rigetto, i medici hanno anche utilizzato un nuovo farmaco, un composto sperimentale, che deve aiutare il corpo a non riconoscere come estraneo e rigettare l’organo trapiantato.

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