Il telescopio Hubble ha recentemente osservato un gruppo di 37 sassi in orbita attorno a Dimorphos, un asteroide NEO (Near Earth Object) considerato potenzialmente pericoloso per la Terra. Dimorphos è stato oggetto della prima missione di difesa planetaria della NASA, la sonda Dart (Double Asteroid Redirection Test), che il 27 settembre scorso ha colpito l’asteroide a oltre 22.000 chilometri all’ora, riuscendo con successo a deviarne l’orbita.
Le immagini raccolte indicano che questi 37 massi, con dimensioni comprese tra uno e sette metri circa, sembrano non essersi formati a seguito della collisione, ma che potessero già esistere sulla superficie di Dimorphos. Questa conclusione è stata supportata dalle immagini scattate pochi secondi prima dell’impatto e da quelle inviate dal satellite italiano LiciaCube (Light Italian CubeSat for Imaging of Asteroids) dell’Agenzia Spaziale Italiana, sviluppato da Argotec sotto la guida scientifica dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica).
Questi sassi si sono staccati e allontanati dall’asteroide a seguito dell’impatto. Attualmente, viaggiano a meno di un chilometro all’ora e saranno ancora visibili quando la missione Hera dell’ESA raggiungerà Dimorphos nel 2026 per studiare gli effetti dell’incidente.
Nel frattempo, vari telescopi, sia spaziali che terrestri, stanno monitorando attentamente la situazione. Il telescopio Hubble, in particolare, potrebbe fornire osservazioni più precise sulle traiettorie di questi sassi, contribuendo alla comprensione degli effetti dell’impatto e ai piani futuri per la difesa planetaria.