Boicottare le Olimpiadi nel ricordo di Bophal

Tra gli sponsor di Londra c’è la Dow Chemical, il colosso chimico che ha rilevato la società responsabile dell'incidente in cui 25mila persone persero la vita.

La strage di Bhopal
La strage di Bhopal
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27 Novembre 2011 - 16.49


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E’ fondata la minaccia indiana di boicottare le prossime Olimpiadi? Vediamo… L’India protesta perché tra gli sponsor c’è la Dow Chemical, il colosso industriale chimico che alcuni anni fa ha acquisito la Union Carbide, società responsabile del disastroso incidente alla centrale pesticida di Bhopal del 1984, nel quale 25mila persone persero la vita, comprese donne e bambini, uccise dai gas venefici nel sonno.

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Davanti a questa protesta come ha risposto la Dow Chemical? Così: “ i 470 milioni di dollari pagati dalla Union Carbide nel 1991 per compensare le vittime della tragedia hanno già risolto ogni contenzioso”. Premesso che le cose non stanno così, la questione infatti è ancora contestata dai familiari presso la Corte Suprema indiana, è proprio il tono di questa risposta, la parola “contenzioso” ad esempio, a dire che la protesta indiana è giusta. Se fossero stati zitti forse era meglio. E invece il loro disprezzo per la vita, classico di un’ azienda che ha prodotto l’Agent Orange, il defoliante usato dagli Stati Uniti nei bombardamenti durante la guerra del Vietnam, con effetti devastanti per la popolazione civile, esce confermato e aggravato. Neanche Marchionne sarebbe stato così arrogante, capace di dire che il contenzioso relativo a 25mile vite è chiuso da un pagamento contestato e non definitivo. Sapete quanto fa 470 milioni diviso 25mila? 18.800 dollari. Valutazione poco Olimpica della vita di un uomo. O no? Che il presidente del Comitato “Olimpico” si sia già schierato con il suo sponsor invece non sorprende nessuno. Avrebbe sorpreso se avesse detto alla Dow Chemical: ” Avete aspettato sette anni per pagare i risarcimenti… E poi, avete tanti modi per fare i soldi, ma perché dovete immischiarvi proprio con le Olimpiadi?”

Insomma, in questa epoca in cui il mondo fa tragici conti con la mancanza di etica del capitalismo contemporaneo, con la sua neo-ottocentesca mancanza di scrupoli, questo boicottaggio ci sembra un “segno dei tempi”. Una battaglia culturale che vale la pena non solo di condividere ma anche di promuovere. Con “olimpica” fermezza…

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