Cinese da record: forse è doping genetico

Sarebbe difficilissimo dimostrare che si tratta di un qualcosa di innato, per la super-campionessa di nuoto.

Cinese da record: forse è doping genetico
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31 Luglio 2012 - 20.31


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Forse è superdotata geneticamente. Potrebbe essere questa la spiegazione per la ”cinesina volante” Ye Shiwen, le cui
prestazioni nel nuoto hanno fatto tanto discutere. Portatrice di mutazioni genetiche avvenute
spontaneamente e che rendono straordinarie le sue prestazioni, l’ipotesi più semplice, ma in generale il doping
genetico non è più una possibilità remota.

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Per il genetista Giuseppe Novelli, dell’università di Roma
Tor Vergata non è da escludere che presto il nuovo motto delle
Olimpiadi possa diventare: ”l’importante è partecipare, ma col
proprio Dna”. Per l’esperto ”ha senso preoccuparsi del fatto
che tecnologie del Dna potrebbero essere usate per migliorare le
performance atletiche”. Tanto che l’agenzia mondiale anti
doping Wada (World Anti-Doping Agency) ha già elaborato una
definizione di doping genetico, come ”uso non terapeutico di
cellule, geni o di sistemi per l’espressione di geni”.

E’ comunque ”difficile scoprire il doping genetico con i
metodi antidoping disponibili oggi” e ”distinguere un gene
artificiale da uno naturale”, ha osservato. Con il suo gruppo,
Novelli ha lavorato ad uno dei primi test di questo tipo:
”abbiamo sviluppato un metodo anti-doping genetico studiando
variazioni geni basate sull’espressione dell’Rna. Queste
segnalano un’anomalia dovuta a fattori chimici o genetici”.

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Che molte delle basi del doping genetico siano ormai
disponibili lo ha dimostrato una serie di articoli pubblicati
dalla rivista Nature alla vigilia delle Olimpiadi di Londra
2012. Il primo allarme sui rischi del doping al Dna risale agli
anni ’80, quando cominciò a circolare il sospetto che gli
atleti dopati geneticamente potessero essere già una realtà.
Esperimenti condotti successivamente in topi e scimmie hanno
dimostrato che si può stimolare la produzione di eritropietina,
la sostanza che aiuta ad ossigenare il sangue. Ricercatori
americani hanno bloccato la proteina che frena lo sviluppo dei
muscoli (la miostatina), ottenendo topi capaci di salire le
scale con dei pesi attaccati alla coda, e sono stati inondati da
richieste di atleti specializzati nel sollevamento pesi.

Un’altra possibilità è che si impari a riconoscere alcune
mutazioni naturali, come quella del gene Actn3, che produce una
proteina dei muscoli chiamata alfa actinina 3. E’ una mutazione
spontanea che avviene soprattutto nelle femmine (assente nel 18%
dei maschi bianchi) e che le rende più resistenti. ”Magari –
osserva Novelli – la nuotatrice Ye Shiwen potrebbe essere nata
così: potrebbe essere una sorta di ‘mutante’, dotata
naturalmente di più sprint e di una maggiore resistenza”.

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