Le Pagelliadi di Lazio-Inter: la Befana è biancoceleste

La Lazio, grazie a una bella rete nel finale di Miro Klose, ha la meglio sull’Inter e si aggiudica la prima vittoria del 2014. La squadra capitolina ritrova Edy Reja.

Le Pagelliadi di Lazio-Inter: la Befana è biancoceleste
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7 Gennaio 2014 - 08.54


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di Francesco Troncarelli
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Lazio-Inter 1-0

8 e mezzo a Klose da pazzi

Nonno Reja torna sulla panchina della Lazio e si affida ai senatori per batter l’Inter. Come dire, anno nuovo, Lazio vecchia, ma almeno si vince. Quadrata in difesa e coperta in mezzo al campo, la Mitica debutta nel 2014 in modo pragmatico, cercando dopo tanto caos tecnico tattico di fare risultato col minimo sforzo. E ci riesce. Il gol capolavoro del Panzer de noantri (unico vero tiro, e che tiro, in porta), la dice tutta sulla filosofia del mister goriziano. L’usato sicuro con lui funziona e tutti tirano un sospiro di sollievo. Insomma, questa volta la Befana è biancoceleste. Agli “altri” solo carbone.

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7 e mezzo a Biava come lava

Ligabue si riprende la difesa. L’altro vecchio della squadra si è piazzato nelle retrovie e ha cominciato a spazzare a destra e a manca (decisivo su Nakamoto al 61°). Ha trovato sponda ideale nel compagno di merende storico (vedi sotto) che con lui ha riconquistato fiducia in sé stesso. Come De Sica, che ha ritrovato il successo al cinema facendo coppia con Francesco Mandelli dei Soliti idioti.


7 a CandrEva Herzigova

Ha corso come un matto, ma spesso e volentieri a vuoto. Ha sudato le proverbiali sette camicie per cercare di cavare un ragno dal buco. Ma niente. Mettetici un po’ del suo profumo preferito, “Egoiste” e la frittata sembrava fatta. Sembrava. Poi, all’81°, dal suo piede vellutato è partito un assist al bacio per il tedesco volante che lo stesso ha capitalizzato al meglio. Ecco ti vogliamo così, gajardo e tosto. Provaci ancora Romolè!

6 e mezzo a InnamoRadu

Uno di noi. Ancora di più. E ho detto tutto!

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6 e mezzo a Carlos Monzon Ledesma

Abbiamo rimesso er Lumaca ar centro der progetto. Altro che la chiesa al centro del villaggio, manco l’innovatore Papa Francesco la vuole, figurarsi noi. E così il regista che non ride mai come Buster Keaton ha ripreso a macinare chilometri e randellare avversari per far ripartire i compagni. C’è riuscito? Non c’è riuscito? Giudicate voi, la verità più che la risposta a questo quesito, è che l’abbiano rivisto giocatore in palla e con gli attributi. Come Fassina quando ha alzato i tacchi e se ne è andato dal governo.

6+ a Striscia la Berisha

Come in Europa, anche nel campionato (debutto come numero uno), si è confermato un kamikaze. Esce e via. Si butta e oddio. Ogni “lancio” sull’avversario, so’ brividi forti, perché potrebbe succedere di tutto. Tipo quando apre bocca Luca Giurato.

6+ a veni-vidi-Lulic al 71

All’inizio si è involato, poi via via si è involuto. Alla fine si è involtino. Ma pur sempre saporito.

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6+ a in nome di Dias

El Cabezon rimedia l’ammonizione, ma almeno non rimedia la solita brutta figura. Torna al fianco del compagno di merende storico (vedi sopra), e tutto va meglio. Lui e l’altro fanno cent’anni insieme, ma la Fornero insegna: in pensione manco se te metti a piagne e c’hai le stampelle ci vai. Per cui, Villa Arzilla vince.


6 a Speedy Gonzales e a o nazimaoista

Er Caciara torna a casa. Come Lassie. Mastro Petko non lo vedeva. Il Nonno invece lo adora, come tutti i nonni coi nipotini, e lo butta nella mischia nonostante stia più de là che de qua. Quando getta la spugna subentra Gozzillino, ma la minestra è la stessa, ma fa nulla. Quando si vince tutto fa Broadway.

6 a Cavanda Osiris

E’ stato a lungo al buio. Quando poi ha risolto i problemi con l’Enel ed ha acceso l’abat jour che ha sul capoccione, è stata l’apoteosi. Ha vinto un rimpallo, ci ha creduto e ha allungato la palla a Romoletto, quella che di lì a poco Miro avrebbe colpito al volo. Se pagasse le bollette in tempo, avrebbe risolto tutti i suoi problemi. E pure i nostri.

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5 e mezzo a er Nano

Cambiano i mister, cambiano gli anni, ma il Profeta è sempre lo stesso. Amletico, pirandelliano, ossimoro dal volto umano, c’è ma non si vede, non si vede se c’è. Così è se vi pare. Uno, nessuno, centomila. Capace di sparire ancora prima di apparire. Un fenomeno vero. Harry Potter in calzoncini, Mago di Arcella della porta accanto, David Copperfield dei poveri, è riuscito ancora una volta a stupire tutti e soprattutto sé stesso, sparendo dalle scene. E questa volta il povero Silvan non ha retto l’ulteriore affronto e ha appeso la bacchetta al chiodo.


Appunti di gioco

di Roberto Taglieri

Lunedì, 6 gennaio 2014

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La Befana porta tre punti alla Lazio: senza brillare troppo i biancazzurri, grazie ad una bella rete nel finale di Miro Klose, hanno la meglio sull’Inter e si aggiudicano la prima vittoria del 2014. Dopo un anno e mezzo la squadra capitolina ritrova Edy Reja, che si siede sulla panchina biancoceleste al posto di Petkovic proprio in occasione del big match contro l’Inter.

Mazzarri senza Campagnaro mette al centro della difesa Ranocchia, con ai lati Rolando e Juan Jesus, mentre davanti ci sono Palacio e Guarin con Milito in panca. Grande è la curiosità di sapere come giocherà il neo mister laziale, che intanto però perde Marchetti per una contrattura muscolare.

Reja decide per l’usato sicuro: tranne che per il portiere, scende in campo la stessa formazione di due Campionati fa, quella dei soliti ed affidabili vecchietti. Sono oltre 35.000 gli spettatori all’Olimpico, che si sprecano di applausi per Bollini e Reja, mandano qualche coro contro Lotito ed attendono l’attesa gara. La Lazio sembra molto attenta in avvio di partita; Jesus va alla conclusione al 9’ e dopo un minuto per un errore difensivo arriva il tentativo di pallonetto di Lulic, che finisce fuori di poco. Si fa male al 14’ Konko, che lascia il posto a Cavanda, ma il 4231 resta identico.

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Le due squadre sono molto attente a centrocampo, ma ne viene fuori un gioco poco brillante: al 22’ Alvarez su punizione manda oltre la traversa e poi Hernanes cicca su assist di Lulic. Sul gran tiro di Candreva al 35’ c’è Handanovic e questa è l’ultima occasione del primo tempo. Nella ripresa la Lazio si contrae un po’, l’Inter sembra carente di grinta e così continua a non vedersi una grande partita. Nagatomo al 61’ di testa impegna Berisha in una respinta con i pugni, poi esce Gonzalez per Onazi, ma le azioni da gol latitano. Entra Milito per vivacizzare l’attacco nerazzurro, ma quando la partita sembrava incanalata verso il pareggio arriva invece la rete laziale.

Cavanda supera la trequarti e porge a Candreva, che mette in mezzo per Klose, che anticipa Ranocchia e al volo di destro la mette alle spalle di Handanovic. L’Inter non ha reazioni, un rinvio sbagliato da Berisha all’89’ fa rischiare la Lazio, ma l’ultimo sussulto arriva a tempo praticamente scaduto, quando Klose si divora il 2- 0 davanti al portiere e subito dopo Damato fischia la fine. La Lazio così conquista i primi 3 punti della stagione, grazie alla cura Reja, che sembra funzionare bene già dall’inizio.

Non si è visto un grande gioco, ma era prevedibile; essenziale solo essere concreti e fare punti e stavolta il procedimento è riuscito alla perfezione. Edy Reja blocca il trend negativo che si era instaurato con la gestione Petkovic e sposta decisamente la Lazio dalle zone calde della Classifica; la vittoria fa morale ed aiuterà sicuramente questi ragazzi a ritrovare l’autostima persa per strada in questi mesi. Sarà interessante scoprire cosa succederà tra cinque giorni contro il Bologna.

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LAZIO – INTER: 1 – 0 80’ Klose

LAZIO: Berisha, Konko (14’ Cavanda), Biava, Dias, Radu, Ledesma, Gonzalez (61’ Onazi), Hernanes, Candreva (87’ Ederson), Lulic, Klose. All: Petkovic

INTER: Handanovic, Rolando, Ranocchia (82’ Zanetti), Jesus, Jonathan, Kuzmanovic (60’ Kovacic), Cambiasso, Alvarez, Nagatomo, Guarin (75’ Milito), Palacio. All: Mazzarri

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Arbitro Damato

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