Cara Evelina Christillin,
mi permetto di darti del tu, forte della reciproca conoscenza nata ai tempi in cui dirigevo Tuttosport. Ricorderai certamente quel pomeriggio d’inverno, alla fine degli Anni Novanta, quando ci siamo incontrati in Corso Svizzera, presente il dottor Franco Fontana, all’epoca amministratore delegato della società editrice del quotidiano fondato da Renato Casalbore.
Ti bastarono poche parole per spiegare le ragioni della visita: “Sono la presidente del comitato promotore della candidatura di Torino alle Olimpiadi Invernali 2006: sono venuta a chiedere a Tuttosport se sostiene questa idea meravigliosa che ci siamo messi in testa”.
La risposta fu immediata: assolutamente sì. Tutti sanno come sia andata a finire. Così come tutti sanno che, se la straordinaria avventura dei Giochi di Torino divenne una straordinaria storia di successo, di questo successo Evelina Christillin è stata una delle principali artefici. Forte anche dell’appoggio di Gianni Agnelli che risultò decisivo quando i Giochi si fecero al Cio e, contro molti pronostici, Sion venne battuta in volata da Torino.
Cara Evelina, quell’olimpico incontro a Tuttosport e la figura dell’Avvocato (foto gazzetta.it), soprattutto la sua pungente ironia, mi sono tornati in mente leggendo le acide parole che hai dedicato a Moratti e a Thohir.
Ho pensato che Gianni Agnelli non ti avrebbe mai perdonato una simile sortita, così volgare e così inelegante, da non appartenere certamente al lessico della Signora di Torino 2006. Il cui curriculum è prestigioso: nata a Torino il 27 novembre 155.
Manager. Consigliere di amministrazione della multinazionale elettronica Saes Getters di Milano, del Gruppo Carige, del Teatro Regio di Torino, presidente della Filarmonica ’900, presidente della Fondazione Teatro Stabile e della Fondazione Museo delle Antichità Egizie, docente di Storia dello sport all’Università di Torino, lavora nel gruppo Cultura della Juventus (Giorgio Dell’Arti, Catalogo dei viventi 2015).
No, non può parlare così la vera Evelina Christillin, il cui biografo scrive ancora: «Una che lavora come una tedesca, parla inglese con il piglio della Thatcher e francese con lo charme della Deneuve. Suo padre Emilio, presidente dell’Aci Torino, originario della valle di Gressoney, è da sempre intimo degli Agnelli: compagno di università dell’Avvocato, per la precisione. Antico sodale di grandi sciate con al seguito la piccola Evelina, che dallo “zio Gianni” ha ereditato l’amore per la neve e il gusto della competizione”.
Ecco, il gusto della competizione. Nello sport si può essere acerrimi rivali, non si può scadere nel trivio. Abbiamo già avuto i razzisti mangiabanane di Tavecchio, le ributtanti dissertazioni oculistiche di Lotito, le offese ai filippini di Ferrero. Oggi gli insulti a Thohir made in Christillin, già Signora di Olimpia. Ma, a questa gara, Evelina, ti sarai accorta che l’importante è non partecipare, perchè chiunque scenda in lizza, perde. La faccia.