Ucraina, in vigore nuova tregua ma Kiev accusa: già violata

Da oggi è in vigore un nuovo accordo di cessate-il-fuoco nel Donbas, dopo l'ok dell'Ucraina e dei separatisti.

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1 Settembre 2016 - 10.00


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Da oggi è in vigore un nuovo accordo di cessate-il-fuoco nel Donbas, dopo l’ok dell’Ucraina e dei separatisti. Ma Kiev ha accusato i ribelli di aver già violato la tregua, scrive Ria Novosti citando l’esercito ucraino.

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“La situazione nell’area resta volatile, formazioni illegali armatre hanno aperto il fuoco 25 volte sulle posizioni delle forze armate ucraine”, si legge in un post su Facebook, che non dà, però, l’ora esatta degli eventi.

Gli incidenti, però, sono stati smentiti dai ribelli separatisti secondo cui “dopo mezzanotte il regime di cessate-il-fuoco è stato rispettato in linea generale. Ci sono stati brevi scambi di colpi d’arma da fuoco contro Donetsk”, ha spiegato Eduard Basurin, viceministro della Difesa delle autorità separatiste di Donetsk.

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La tregua. Le parti in conflitto in Ucraina orientale avevano accettato il cessate il fuoco a partire dal 1° settembre già qualche giorno fa. Lo aveva reso noto il consigliere del Servizio di sicurezza di Stato dell’Ucraina, Yuri Tandit, dopo l’incontro del sottogruppo sulle questioni umanitarie del gruppo di contatto Trilaterale.
A fine agosto scriveva: “Oggi la questione del cessate il fuoco è stata discussa, in presenza di un rappresentante dell’Osce, su iniziativa del presidente ucraino Petro Poroshenko. Speriamo che questo processo avrà inizio il 1° settembre. Abbiamo visto che le aree separatiste di Donetsk e Lugansk ci hanno ascoltato”, ha detto Tandit. 

Il gruppo di contatto Trilaterale sull’Ucraina, composto da rappresentanti di Ucraina, Russia e l’OSCE, aveva così chiesto alle parti in causa un “cessate il fuoco totale” nel Donbas. 

Il gruppo aveva inoltre stabilito di sviluppare “misure per cercare le persone scomparse” nella zona contesa. La prossima riunione del gruppo è stata fissata per il 7 settembre.

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Tregua e riavvio dei negoziati, alla ricerca di un compromesso dopo la recente escalation della tensione.

Riavvio dei negoziati, riprendere il lavoro del Formato Normanno. Nelle ultime ore Kiev ha concordato con la Francia e la Germania di riprendere il lavoro del Formato Normanno (Russia, Ucraina, Germania e Francia) sulla crisi ucraina. Lo ha detto il presidente ucraino Petro Poroshenko, confermando anche il regime di tregua tra Kiev e il Donbas a partire da domani. “È stato concordato con i nostri partner provenienti da Francia e Germania, esattamente allo stesso modo della questione di riprendere il funzionamento del Formato Normanno”, ha detto ai giornalisti a Mariupol, regione di Donetsk, secondo Interfax.

Nel frattempo Mosca ha salutato con favore l’accordo tra Kiev e Donbas per il cessate il fuoco e si augura che “venga rispettato, consentendo l’attuazione degli accordi di Minsk”, ha detto il segretario stampa del presidente russo Dmitry Peskov. “Il Cremlino sostiene l’accordo raggiunto dal Gruppo di contatto per risolvere la situazione nel sud-est dell’Ucraina per quanto riguarda il cessate il fuoco sulla linea di contatto, in connessione con l’inizio del nuovo anno accademico (il primo settembre in Russia inizia la scuola), a partire dalla mezzanotte del 31 agosto”, ha detto Peskov.

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Il Cremlino, dopo aver espresso più di un malumore per la stagnante situazione, ora rilancia: “Ci aspettiamo che questo passo sarà sostenuto da azioni concrete, pratiche, della parte ucraina, per lo sviluppo e l’adozione di progetti di legge sullo status speciale delle regioni di Donetsk e Lugansk, così come l’amnistia e le elezioni locali nel Donbas”, ha detto Peskov. “Chiediamo inoltre una particolare missione di monitoraggio Osce in Ucraina nel quadro del mandato esistente, per fornire l’assistenza necessaria per l’attuazione di questo accordo”, – ha aggiunto.

Intanto il Ministero degli Esteri russo ha annunciato che l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) manderà il suo inviato speciale, Martin Sajdik, a Mosca l’8-9 settembre per tenere colloqui con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

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