Maurizio Zamparini, storico ex patron del Palermo Calcio, è morto all’età di 80 anni all’Ospedale Cotignola di Ravenna. L’ex patron del Palermo e del Venezia, a dicembre, era stato ricoverato all’ospedale di Udine dove era stato operato per peritonite prima di essere dimesso e rimandato a casa. Le sue condizioni, però, apparse immediatamente serie, si sono aggravate negli ultimi giorni conducendolo al decesso. Lascia quattro figli, Silvana, Greta, Andrea e Diego avuti dalla prima moglie.
Solo qualche mese fa, nell’ottobre scorso, l’ex numero uno dei rosanero aveva perso, per un malore improvviso, il figlio Armando, 22 anni, ritrovato senza vita nella sua casa di Londra dove era per studiare.
Maurizio Zamparini ha segnato clamorosamente il calcio di Palermo, ma non solo. Nella sua storia ci sono anche Pordenone e Venezia, ma soprattutto una vita sportiva con l’acceleratore pigiato e una lunghissima lista di allenatori cacciati e ripresi, amati e poi odiati e poi amati nuovamente. Zamparini era un fumantino, ma è stato anche un grande uomo di sport, sempre tra alti e bassi, frutto di un carattere altalenante e di una passione a intermittenza, ma sempre estremamente pura se anche non sempre lucidissima.
A lui si devono gli anni migliori del Palermo, acquistato da Franco Sensi nel 2002, ma anche le ultime stagioni tribolate, in piena sintonia con quello che era, un eccessivo. La sua storia rosanera comincia con Francesco Guidolin, che nel 2004 eredita la squadra da Baldini e la riporta in Serie A. I primi anni nel massimo campionato sono un lusso che a Palermo non dimenticheranno mai, con giocatori di grande qualità lanciati e poi venduti (da Amauri fino a Dybala, passando per Cavani e Pastore), ma soprattutto con le qualificazioni alla Coppa Uefa e con una Champions sfiorata e persa solo dopo uno spareggio contro la Samp.
Nel 2011 il suo Palermo raggiunge probabilmente il punto più alto, arrivando alla finale di Coppa Italia, poi persa 3-1 contro l’Inter con Delio Rossi a guidare la squadra dalla panchina. Da lì, e passando per un numero folle di allenatori cacciati, comincia il lento declino: le retrocessioni del 2012/13 e del 2016/17 e, nel 2019, la vendita del club a un gruppo inglese che si rivelò poi una scatola vuota e portò, inesorabilmente, al fallimento.