Il calcio italiano è in crisi, e in più occasioni il Sistema ha provato ad aprire un canale di comunicazione col Governo, per ricevere aiuti.
“Non parlo di ristori, ma chiediamo la salvaguardia di alcuni diritti. Il nostro mondo produce 15 miliardi con le scommesse e su questo dobbiamo essere molti chiari. Rivendichiamo in questo senso la dignità del nostro settore e non solo a livello economico”.
La battaglia in Lega si sta riflettendo anche in Federazione, una situazione che Gravina spera possa risolversi il prima possibile.
“Non c’è nessuno scontro fra Lega Serie A e FIGC. Piuttosto sono in gioco due visioni contrapposte del presente e del futuro del calcio italiano: io e la maggior parte del Consiglio federale siamo per modernizzare, altri per l’immobilismo e la conservazione. Aspetto l’assemblea di domani e mi auguro che ci sia questa famosa fumata bianca sul presidente. Spero innanzitutto che ci sia un atteggiamento più rispettoso del ruolo della nostra istituzione, ovvero la FIGC. Servono comportamenti coerenti e rispettosi, meno offese o urla”.
A marzo l’appuntamento più importante per il calcio italiano, con i playoff per l’accesso al mondiale.
“Sarebbe una brutta pagina se l’Italia non si qualificasse al prossimo Mondiale. Noi dobbiamo farcela, abbiamo le condizioni per farlo anche se sappiamo che è molto difficile. Ci siamo complicati la vita da soli sbagliando due rigori importanti, ma l’Italia ha dimostrato sempre di potersi rialzare dopo i momenti duri. Nel lavoro di Mancini si respira ottimismo, il progetto azzurro non si esaurisce né con la vittoria dell’Europa né con questo Mondiale. Dobbiamo andare avanti, è un percorso a lungo termine che ha l’obiettivo di togliere le ragnatele createsi negli ultimi anni. Rinviare la giornata del 20 marzo? L’abbiamo già chiesto, anche se sappiamo quanto sia intasato il calendario della Serie A. Vedremo…”.
Il pubblico in tv e sugli spalti è calato drasticamente, una situazione che Gravina proverà ad arginare.
“Dobbiamo trovare un nuovo format, che salvaguardi anche le piccole società. Oggi soffriamo moltissimo il peso dell’idea di spacchettare alcune gare, spalmarle è legato alle esigenze finanziarie, ma su questo andranno fatte alcune verifiche perché mi pare che i riscontri auditel non sono così positivi. Il 75% di pubblico sugli spalti è già un passo avanti, ma francamente non soddisfa. Mi auguro che a fine mese si possa ripartire col 100%, mandando un ulteriore segnale di speranza”.