Una bruttissima storia e un condannato in libertà perché il Brasile non prevede l’estradizione dei suoi cittadini.
L’ex calciatore brasiliano del Milan Robinho ha consegnato ieri il suo passaporto in un gesto che conferma la sua volontà di restare in Brasile per tutto il tempo necessario al Superiore tribunale di giustizia (Stj) per decidere su una richiesta dell’Italia riguardante l’applicazione nel Paese di una condanna a nove anni per stupro.
Insieme ad un amico, Ricardo Falco, Robinho fu condannato il 22 gennaio 2013 per essere stato riconosciuto colpevole dello stupro di una giovane albanese.
La consegna del passaporto nel pomeriggio di ieri a Brasilia è stata confermata ai media dal suo avvocato difensore, José Eduardo Alckmin, il quale ha precisato che il gesto risponde ad una richiesta del giudice Francisco Falcao, assicurando inoltre che il suo assistito avrebbe voluto farlo anche spontaneamente.
Per il momento non è ancora stata fissata una data del processo, per cui l’ex attaccante del Milan è completamente libero di muoversi nel territorio brasiliano.
C’è da aggiungere che il Stj ha accolto una richiesta dell’associazione di giuristi Anacrim, considerata favorevole a Robinho, che parteciperà alle udienze come `amicus curiae´.
Un portavoce del tribunale ha sostenuto che l’accettazione di Anacrim è avvenuta per garantire un equilibrio nell’azione giudiziaria, dopo il sì alla partecipazione dell’Unione delle donne brasiliane, entità favorevole all’arresto di Robinho e alla sua carcerazione in Brasile, come richiesto dall’Italia.
La possibilità che un brasiliano sconti una pena pronunciata dal tribunale di un altro Paese è controversa e crea disaccordo fra i giuristi.