Finisce male la storia di Daichi Kamada con la Lazio. Il giapponese e il suo entourage avevano proposto nuove condizioni alla società biancocelesti, proposta ritenuta inaccettabile dal ds Fabiani. Come già accaduto in passato (ad esempio con il ‘quasi’ acquisto id David Silva, quando alla direzione sportiva c’era Igli Tare) le accuse sono pesanti.
“Parto da un punto fermo: quando c’è il vento del cambiamento o si hanno delle basi solide o si viene spazzati via. Sono i tesserati che sono al servizio della società e non il contrario. Lo scorso anno si puntò su Kamada perché si cercava un calciatore con le caratteristiche di Luis Alberto che non si era presentato in ritiro e voleva andare via. Sarri diede l’ok e l’entourage ha posto delle condizioni, cioè di fare un contratto annuale da ridiscutere poi al 30 maggio. Ieri è scaduto il tempo per il rinnovo e ci hanno chiesto di riproporre le stesse condizioni: io non mi faccio ricattare da nessuno, non accetto estorsioni”.
“La porta è quella, può anche andare via. Si è concluso un ciclo, che ha portato degli ottimi risultati. Non bisogna nascondersi dietro a nessuno. È finito il tempo delle vacche grasse. In una società di calcio ci si deve stare come si deve. Con me è un ciclo basato sull’onestà, non sono una persona ricattabile”.
“A coloro che fanno il bene della Lazio, do il cuore. Ma se vedo che tutto questo significa volersi approfittare della Lazio, divento una bestia e con me c’è chiusura totale”.
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