Biden ha messo da parte la coerenza. E in fin dei conti è meglio così

Biden aveva fatto della coerenza la bandiera della sua presidenza. Nessun presidente aveva osato sfidare un alleato, come il principe della corona saudita, con la fermezza e chiarezza che ha avuto lui. Ma alla fine...

Biden ha messo da parte la coerenza. E in fin dei conti è meglio così
Joe Biden e Bin Salman
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

17 Luglio 2022 - 16.23


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Quando ho letto che Biden avrebbe davvero incontrato Mohammad bin Salman mi sono detto. “Finalmente finisce la stagione della coerenza”. La coerenza non a caso è stata al centro della risposta di Mohammad bin Salman al presidente americano che ha sollevato con lui il caso-Khasshoggi, il giornalista dissidente che bin Salman ha fatto uccidere, tagliare a pezzi e sparire in Turchia, come solo Biden ha affermato dall’inizio della sua presidenza in modo fermo e… “coerente”.  Cosa gli ha risposto bin Salman? Ha fatto presente al suo interlocutore che altri giornalisti sono stati uccisi, ad esempio a Ramallah, senza che gli Stati Uniti si indignassero. Ma ha aggiunto anche altro, come le torture e i decessi di Guantanamo. E’ tutto quello che i coerenti rimproverano a Biden, senza omettere però il caso Khasshoggi. Volendo proseguire potremmo dire che un leader coerente dovrebbe rimproverare a Biden l’evidenza che le sanzioni se ci sono con Cuba ci dovrebbero essere anche con l’Egitto e molto altro.  

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Biden aveva fatto della coerenza la bandiera della sua presidenza. Nessun presidente aveva osato sfidare un alleato, come il principe della corona saudita, con la fermezza e chiarezza che ha avuto lui. Convinto che oggi il problema sia  difendere le democrazie dalle tirannidi, dai totalitarismi rampanti, Biden non ha fatto sconti a sauditi, cinesi, russi. Ma è coerente mettere all’indice bin Salman e trattate con l’iraniano Raisi, che di massacri ne ha tantissimi sulla coscienza? I teorici del ritiro americano dal Medio Oriente non sono stati Obama e Trump? Ma la coerenza di Obama non si è arenata davanti alla linea rossa che lui stesso tracciò nel deserto siriano? Fu lui a dire che se il regime avesse usato le armi chimiche avrebbe varcato una linea rossa e quindi gli Usa sarebbero intervenuti. Non è andata così. Obama non si ritirò in modo trasparente: accampò scuse, fece finta di voler sentire il parere del Congresso mentre trattava una via d’uscita con Mosca. A differenza di Obama, Biden ci ha messo la faccia. 

I democratici hanno sempre avuto un’ illusione idealistica: noi difendiamo il bene, contro il male. Questa idea è molto coerente. E Biden l’ha fatta sua, da subito, con assoluta fermezza e coerenza. E’ un po’ quel che si legge sul dollaro: “in God we trust”. 

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Questo non tiene conto che la coerenza nel nome del bene non fa i conti con la realtà e soprattutto col fatto che esistono diversi beni: per voi bisogna dire sempre tutta la verità, per me a volte è troppo doloroso per il mio interlocutore sentirsi dire tutta la verità. Può ferirlo, danneggiarlo irrimediabilmente. A volte ritengo più saggio fermarsi a una mezza verità. Queste diverse verità, queste diverse visioni di cosa sia bene e male sono legittime, o no?

A differenza di Obama e di Trump, Biden però ha avuto coraggio: il coraggio della trasparenza. Ha rinunciato alla sua assoluta coerenza andando personalmente a Riad. Non ha fatto un accordo sottobanco, non ha mandato il capo della Cia a costruire una fake news che scagionasse Bin Salman. Si è esposto, esponendo la sua incoerenza. In modo trasparente. 

La trasparenza è il vero problema della politica, non la coerenza. Nessuno può essere sempre coerente. Per esempio: se noi vogliamo davvero difendere la democrazia dalle dittature, dai totalitarismi, possiamo non vedere che la stragrande maggioranza dei cittadini del mondo sono contro di noi? Cina, India, Brasile, Sudafrica e tantissimi altri non applicano le sanzioni. E’ coerente con la nostra idea di difesa della democrazia metterci contro tutti costoro? O non aiuta una dittatura come quella cinese? L’Europa per rimanere atlantica ha solo una dimensione atlantica davanti a sé? Vogliamo diventare una testa di ponte per l’attacco atlantico ai Brics? 

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La coerenza è la virtù preferita da intellettuali come Travaglio, che vedono tutto sempre in bianco e nero. Io no. Io credo che la visione di Biden sia giusta, c’è davvero l’esigenza di difendere la libertà, la democrazia. Ma questo si fa cambiando la globalizzazione, che non va perché è illiberale, come il liberismo. Il liberismo è un sistema che applicato al governo mondiale accetta solo il liberismo: nei costumi, nei consumi, nei valori soltanto individuali. Se questo sistema non può avere alternative vuol dire che è una dittatura. Questa prima e davvero totalizzante dittatura, quella che io chiamo dell’”io sovrano”, in economia è difesa da Stati Uniti, Europa, Cina, Brasile e molti altri. Cambiamo strada!

Biden ha fatto, probabilmente per l’urgenza di chiedere ai sauditi di aumentare la produzione del petrolio e quindi far scendere il prezzo della benzina, un passo verso la trasparenza. 

Non esiste un bene e un male, dobbiamo vivere insieme. Auspicabilmente  non con chi taglia a pezzi i dissidenti. Ma neanche con chi invade Paesi sovrani come l’Ucraina, o massacra i manifestanti  come Erdogan e Raisi. Che proprio Putin, Erdogan e Raisi si incontrino nonostante le loro divergenze evidenti dovrebbe farci riflettere. E chiedere ai nostri leader un’agenda problematica, ma in modo trasparente. Questa agenda potrebbe essere presentata così: l’interesse nazionale di ogni Paese non è il proprio tornaconto, ma la più ampia convivenza possibile con i propri vicini. Nasce così un mondo davvero multipolare. Con la coerenza invece si distrugge ogni ponte possibile, nella certezza assoluta che solo noi possiamo avere ragione.   

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