Parole di altissimo valore morale che dovranno essere un monito da ascoltare. “Chiedo in nome di Dio che si metta fine alla follia crudele della guerra” la cui “persistenza tra noi” segna “il vero fallimento della politica”: è quanto scrive Papa Francesco in un brano del libro “Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza”.
“Al rifiuto esplicito dei miei predecessori, gli eventi dei primi due decenni di questo secolo mi obbligano ad aggiungere, senza ambiguità, che non esiste occasione in cui una guerra si possa considerare giusta – ha rimarcato il Pontefice – non c`è mai posto per la barbarie bellica. Tantomeno quando la contesa acquisisce uno dei suoi volti più iniqui: quello delle cosiddette ‘guerre preventive’. La storia recente ci ha dato esempi, perfino, di ‘guerre manipolate’, nelle quali per giustificare attacchi ad altri paesi sono stati creati falsi pretesti e sono state contraffatte le prove. Per questo chiedo alle autorità politiche di porre freno alle guerre in corso, di non manipolare le informazioni e di non ingannare i loro popoli per raggiungere obiettivi bellici”.
“La guerra non è mai giustificata”, ha proseguito Papa Francesco, e “non risolve mai i problemi che intende superare”: “Forse lo Yemen, la Libia o la Siria, per citare alcuni esempi contemporanei, stanno meglio ri-spetto a prima dei conflitti?”.
Per porre fine ai conflitti armati “servono dialogo, negoziati, ascolto, abilità e creatità diplomatica, e una politica lungimirante capace di costruire un sistema di convivenza che non sia basato sul potere delle armi o sulla dissuasione”.
Il Pontefice afferma quindi di vedere “contraddizione tra quanti rivendicano le loro radici cristiane ma poi fomentano conflitti bellici come modi per risolvere gli interessi di parte”.
“No! – scandisce – un buon politico deve sempre puntare sulla pace; un buon cristiano deve sempre scegliere la via del dialogo.
Se arriviamo alla guerra è perché la politica ha fallito. E ogni guerra che scoppia è anche un fallimento dell`umanità”.
“Per questo dobbiamo raddoppiare gli sforzi per costruire una pace durevole”, è l’esortazione del Papa secondo cui “tutti possiamo, e dobbiamo, prendere parte a questo processo sociale di costruzione della pace”.
Nel brano il Pontefice rinnova quindi il suo appello alle istituzioni nazionali e mondiali perchè “si dica basta alla produzione e al commercio internazionale di armi”.
“La spesa mondiale in armamenti è uno degl scandali morali più gravi dell`epoca presente – ha denunciato – manifesta inoltre quanta contraddizione vi sia tra parlare di pace e, allo stesso tempo, promuovere o consentire il commercio di armi.
È tanto più immorale che paesi tra i cosiddetti sviluppati a volte sbarrino le porte alle persone che fuggono dalle guerre da loro stessi promosse con la vendita di armamenti. Accade anche qui in Europa ed è un tradimento dello spirito dei padri fondatori”.
“Ai responsabili delle nazioni, in nome di Dio, chiedo di impegnarsi risolutamente a porre fine al commercio di armi che causa tante vittime innocenti. Abbiano il coraggio e la creatività di rimpiazzare la fabbricazione di armamenti con industrie che promuovano la fratellanza, il bene comune universale e lo sviluppo umano integrale dei loro popoli”, è l’appello del Pontefice.
In questo “orizzonte di condanna della follia bellica e di esortazione a ridefinire la cornice internazionale delle relazioni tra stati, non possiamo ignorare la spada di Damocle che pesa sull`umanità sotto la forma degli armamenti di distruzione di massa, come quelli nucleari”, ha poi ricordato Papa Francesco
“Non c`è motivo di restare condannati al terrore della distruzione atomica. Possiamo trovare vie che non ci lascino appesi a una imminente catastrofe nucleare causata da pochi”, ha sottolineato il Pontefice – forgiare un mondo senza armi nucleari è possibile, dato che ne abbiamo la volontà e gli strumenti; ed è necessario, vista la minaccia che questo tipo di armamento comporta per la sopravvivenza dell`umanità. Avere armi nucleari e atomiche è immorale”.
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