Lgbtq+, un cristiano non discrimina: “Nessuno può essere privato della benedizione di Dio”. Così monsignor Philippe Bordeyne, teologo francese e preside del Pontificio istituto teologico «Giovanni Paolo II» per le scienze del matrimonio e della famiglia di Roma, risponde, in una intervista a La Croix, alla domanda se sia legittimo benedire le coppie omosessuali.
Proprio ieri monsignor Georg Baetzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, aveva annunciato che questa pratica proseguirà in Germania, mentre i vescovi fiamminghi hanno codificato una benedizione affinché possa essere utilizzata nelle parrocchie.
Per il preside dell’Istituto pontificio che si occupa della famiglia «nessuno può essere privato della benedizione di Dio. Come ogni vera preghiera, la benedizione ci invita a riconoscere la nostra fragilità. Questo è l’opposto di un processo di autoconvalida». «Dietro la richiesta di benedizione – aggiunge – c’è sempre una certo desiderio di inclusione».
Monsignor Bordeyne precisa che «il sacramento del matrimonio unisce un uomo e una donna. La benedizione di una coppia omosessuale, proprio come coppia, sarebbe troppo simile alla benedizione che segue lo scambio del consenso nel sacramento. D’altra parte, le persone possono invece essere benedette» perché «una benedizione non ha mai lo scopo di convalidare uno stile di vita. Il fatto che gli omosessuali chiedano alla Chiesa di benedirli ci invita ad ascoltarli, ad entrare nella complessità della loro storia e della loro situazione».