Una giovane famiglia toscana è legittimamente al centro della cronaca di questi giorni: le due donne, unite civilmente, hanno una figlia di quasi 8 anni, nata in Italia da un percorso di procreazione medicalmente assistita intrapreso in Spagna.
Proprio l’anacronismo di una certa nostra politica — colpevole di avere reso l’Italia l’ultimo Stato fondatore dell’Unione Europea a riconoscere le unioni civili e il solo a non aver ancora introdotto il matrimonio egualitario e il diritto all’adozione — ci impedì nel 2016 di introdurre assieme alle unioni civili l’estensione della Stepchild Adoption alle coppie omosessuali.
Vale a dire che quell’anno l’Italia ebbe l’opportunità di ridurre l’enorme distanza che ancora la separa da quasi tutti gli Stati membri dell’UE sui diritti LGBT+ — dietro di noi, solo Bulgaria, Polonia, Lituania, Romania e Slovacchia — ma non seppe coglierla.
Ecco quindi che, all’alba del 2023, a causa del vuoto normativo, una coppia omosessuale può ottenere il diritto alla bigenitorialità solo su sentenza di un/a giudice; un mezzo — a oggi l’unico — che non risparmia ai neogenitori orde di ricorsi negli anni a seguire.
È il caso delle madri pistoiesi protagoniste di questa storia, ancora non al riparo dal rischio che una sentenza cancelli dal certificato di nascita della figlia il riconoscimento della madre intenzionale: verità biologica contro interesse della figlia, a costo di creare un danno psicologico enorme a ogni membro di quella che nella realtà delle cose è una famiglia.
Il diritto all’adozione e il matrimonio egualitario vigono in Francia da 10 anni, la Germania li introdusse nel 2017 e la Spagna, addirittura, nel 2005. Senza girarci intorno, non è più tollerabile l’ipocrisia della nostra classe politica, che si ostina a non trattare mai questa come una priorità.
Che oggi in Europa vi sia un turismo dei diritti è un fatto; che la nostra società sia ben più avanti di chi la rappresenta è un altro fatto; e un altro ancora è che lo Stato avrebbe il dovere di rimuovere gli ostacoli che impediscono a tutti i cittadini di avere “pari dignità sociale” e vera uguaglianza “davanti alla legge”.
Mentre tutti i vuoti normativi sui maggiori temi etici sono ancora lì, a testimoniare l’inadempienza del nostro Parlamento, i nostri occhi sono puntati sulla giovane famiglia toscana: un augurio alle madri e alla piccola, perché per loro tutto si concluda presto e nel migliore dei modi.