di Henri Margaron
Alcune settimane fa il Ministro dell’Interno Piantedosi ha bloccato a Milano la trascrizione dell’atto di nascita dei figli di coppie omogenitoriali nati all’estero. Due giorni dopo il Governo ha, inoltre, rifiutato la proposta europea che prevede che il certificato di nascita rilasciato da un qualsiasi Stato membro sia riconosciuto da tutti gli altri Stati senza alcuna procedura aggiuntiva.
Per rispondere alle critiche di una larga fascia della popolazione, il governo ha cercato di focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’aspetto più divisivo della genitorialità delle coppie arcobaleno, la GPA, gestazione per altri, chiamata sistematicamente “utero in affitto”, allo scopo di stigmatizzarla e di eludere la complessità del problema.
Con l’espressione “ogni bambino ha diritto ad un papà e ad una mamma” che il Ministro dei Lavori Pubblici Salvini ama ripetere come un mantra, vengono messe in dubbio le capacità genitoriali delle coppie arcobaleno per il solo fatto che i due genitori sono dello stesso sesso. In realtà il bambino ha bisogno di adulti che lo amano, capaci di proteggerlo e di accompagnarlo, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Le capacità genitoriali non dipendono dai geni o per lo meno non direttamente, ma dalle esperienze affettive vissute.
Sappiamo quanto, nelle famiglie tradizionali, i ruoli della madre e del padre si interscambiano e non sono prerogative legate al sesso. Le uniche fragilità che minacciano i figli di coppie omosessuali dipendono dal disprezzo o dall’odio di cui spesso i loro genitori sono vittime. Se la politica vuole veramente tutelarli deve lottare senza riserva contro ogni manifestazione di omofobia, cessare di preoccuparsi dell’orientamento sessuale dei genitori e adoperarsi a garantire a tutte le famiglie lavori stabili e dignitosamente remunerati, asili nido, congedi parentali, sostegni economici, scuole decorose ed accoglienti con insegnanti incentivati.
Attualmente la tecnologia permette di inoculare uno spermatozoo all’interno di un ovulo e di introdurre l’embrione, una volta formato, all’interno dell’utero. La PMA, procreazione medicalmente assistita, viene riservata, nel nostro paese, alle coppie eterosessuali in età di procreare, in cui la sterilità di uno dei due partner è stata certificata da uno specialista. Prima di impiantare l’embrione è possibile verificare la sua mappa genetica e scartarlo, nel caso presenti dei geni responsabili di malattie ereditarie gravi. Questa possibilità ha risvegliato il ricordo di una delle pagine più buie della nostra umanità, il ritorno del mito della “razza pura” o del “genoma puro” dovremmo dire oggi.
Questo timore va comunque relativizzato, poiché se è vero che il genoma è responsabile dell’aspetto fisico e di alcune predisposizioni del bambino, sono le esperienze che contribuiscono alla formazione della personalità e delle capacità umane. Non sono dei “super geni” a formare un uomo interessante ma delle esperienze d’amore, di fiducia e di rispetto.
La tecnologia permette, infine, di impiantare un embrione ottenuto con la PMA nell’utero di una donna diversa dalla madre biologica. La Gestazione Per Altri, illegale nel nostro paese, ha permesso a donne prive di utero di accedere alla maternità grazie a sorelle, madri, amiche che hanno potuto “prestare” il loro organo. Questi casi felici però non devono nascondere che tale pratica può incentivare una nuova forma di sfruttamento del corpo di donne in difficoltà economiche, con l’aggravante di segnarle nel profondo con la recisione del legame affettivo che hanno intrecciato per nove mesi con il nascituro.
Per questo motivo la GPA non minaccia solamente l’equilibrio psichico della madre portatrice ma anche quello del neonato, sebbene venga allontanato gradualmente. È vero che circostanze drammatiche possono costringere all’allontanamento della madre, ma per l’importanza di questo dialogo la sua interruzione non può essere un evento programmato. Tutte le coppie e non solo quelle arcobaleno desiderose di avere figli devono essere consapevoli che quanto possono offrire di meglio è la loro umanità.
Come comportarsi allora con i figli di coppie omosessuali provenienti dai paesi dove la GPA è legale?
La legislazione vigente prevede che solo il genitore biologico possa essere registrato e non quello intenzionale. Per superare questo impasse giuridico alcuni sindaci accettano di trascrivere l’atto di nascita originale in cui sono riconosciuti i due genitori, poiché non è stigmatizzando queste coppie che tuteleremo i loro figli. Il Governo ha annunciato che proporrà una procedura di adozione facilitata e rapida per legittimare il padre o la madre intenzionale.
Auguriamoci che la procedura facilitata non sia riservata a coloro che hanno fatto ricorso alla GPA, ma sia allargata a tutte le coppie arcobaleno ed anche alle persone singole. Potremo evitare di ricorrere alla GPA e sicuramente aiuteremo molti bambini privi di famiglia a trovare affetto e serenità. Si tratta di una legge a costo zero, che la politica può approvare rapidamente se ha veramente a cuore l’interesse dell’infanzia, non dimenticando che oltre a facilitare le adozioni deve sostenere tutte le famiglie, indipendentemente dal colore che assumono nell’arcobaleno.