I diritti dei bambini e delle bambine tra violazioni e forme di tutela: il caso dei minori stranieri non accompagnati

Testo della relazione alla Tavola rotonda dal titolo I diritti umani: una sfida ancora aperta? Tra violazioni, discriminazioni, tutele, promossa dal CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità di (www.crid.unimore.it) i

I diritti dei bambini e delle bambine tra violazioni e forme di tutela: il caso dei minori stranieri non accompagnati
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18 Dicembre 2023 - 01.55


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di Benedetta Rossi *

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Il 10 dicembre scorso la Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata a Parigi dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite nel 1948, ha compiuto 75 anni: una riflessione sullo ‘stato dell’arte’ attuale appare, pertanto, quanto mai opportuna. 

I tanti e cruenti conflitti bellici ancora in atto, la perdurante crisi economica-finanziaria, ambientale e climatica hanno ulteriormente amplificato le disuguaglianze e generato nuove forme di esclusione e di vulnerabilità ponendo così nuove (e numerose) sfide da affrontare.

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A partire dalla proclamazione e dall’adozione della Dichiarazione universale ha trovato avvio quel processo di specificazione che connota la storia dei diritti umani considerata ancora da molti come ‘incompiuta’ o addirittura ‘ambigua’ per la marcata difficoltà di garantire effettività ai diritti universalmente riconosciuti. (si veda: A. Pisanò, Diritti in crisi? Una riflessione sull’incompiutezza dei diritti in G. Gioffredi, V. Lorubbio, A. Pisanò [a cura di], Diritti umani in crisi? Emergenze, disuguaglianze, esclusioni, Pacini, Pisa, 2021, pp. 15-27).

Il processo di specificazione che scandisce l’evoluzione dei diritti umani testimonia chiaramente il passaggio dei diritti dell’uomo ‘astratto’ a quello ‘concreto’ (per una puntuale ricognizione si veda il classico volume di Norberto Bobbio, L’età dei diritti [1990], Einaudi, Torino, 2014).

Questo processo, negli ultimi vent’anni, appare molto più fluido e complesso rispetto al passato in ragione dei crescenti elementi specifici legati al contesto socio-politico-culturale in cui cresce e vive il titolare ‘concreto’ di tali diritti (si pensi a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo a donne, persone di minore età e persone anziane), ibridandosi con il cosiddetto processo di ‘regionalizzazione’ che contraddistingue lo stesso percorso di affermazione dei diritti umani (per un approfondimento sul tema si rimanda a: E. Pariotti, I diritti umani. Concetto, teoria e evoluzione, Cedam, Padova, 2013, pp. 66-71).

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Con particolare riguardo ai diritti delle persone di minore età, , possiamo affermare come la Convenzione ONU dei diritti del fanciullo (1989) rappresenta certamente uno dei prodotti più significativi del processo di specificazione che interessa i diritti umani, poiché è senza dubbio lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dei bambini, delle bambini e dei/delle giovani adolescenti.

La Convenzione approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York è entrata in vigore il 2 settembre 1990; l’Italia ha provveduto a ratifica il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. Questa Convenzione, che conta ben 54 articoli suddivisi a loro volta in tre Parti più un Preambolo, è divenuta il trattato in materia di diritti umani con il più alto numero di ratifiche.

Come affermato da Luigi Fadiga (Magistrato, Presidente del tribunale dei minorenni di Roma e, in tempi più recenti, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna [nel quinquennio 2011-2016]) è infatti solo con la Convenzione della Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si consolida e si cristallizza il passaggio da figlio/a a bambino/a, inteso/a come titolare autonomo di diritti e doveri: la persona di minore età ha pertanto diritti in quanto persona e non in quanto figlio/a (cfr. L. Fadiga, Storie di giustizia minorile. Riflessioni e proposte, Edizioni junior, Parma, 2022, p. 217).

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Le teorie e le dottrine sui diritti delle bambine e dei bambini elaborate dopo l’approvazione della Convenzione ONU del 1989 si muovono verso una direzione ben specifica: ‘prendere sul serio’ i loro diritti comportando un obbligatorio ripensamento dell’influente e consolidato modello liberale, che corrisponde all’uomo borghese, maggiorenne, alfabetizzato, proprietario.

È a partire da questa peculiare condizione, vale a dire l’essere minore, che la normativa – prima a livello internazionale, poi comunitario ed infine nazionale – ha avviato, ma solo in parte portato a termine, un percorso finalizzato ad assicurare effettività a tutti quei diritti sanciti a favore di bambini e bambine con la Convenzione.

L’ineludibile complessità del panorama socio-politico attuale ha portato il legislatore a proseguire quel processo di specificazione avviato sul finire del secolo scorso trovandosi così ‘costretto’ a confrontarsi con quelle che potremmo definire ‘le nuove frontiere dei diritti dell’infanzia’.

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A tal proposito, un caso certamente emblematico è quello dei minori stranieri non accompagnati sempre più al centro del dibattito pubblico e politico in quanto componente ‘strutturale’ degli attuali fenomeni migratori. 

Questi bambine e bambini conoscono una vulnerabilità che può definirsi ‘multivello’ in quanto minori, stranieri e al contempo soli: tre declinazioni di un’unica soggettività (per un approfondimento sul punto si veda, da ultimo, Th. Casadei, La vulnerabilità delle persone di minore età: profili giusfilosofici, in V. Lorubbio, M.G. Bernardini [a cura di], Diritti umani e condizioni di vulnerabilità, Erickson, Trento, 2023, pp. 59-64 e B. Rossi, “Minori stranieri non accompagnati”: un “sottoinsieme” delle “seconde generazioni”?,  in Th. Casadei, L. Pierini, B. Rossi [a cura di], Sconfinamenti. Confronti, analisi, ricerche sulle “seconde generazioni”, Giappichelli, Torino, 2023, pp. 117-134)

Nonostante i numerosi e significativi passi in avanti compiuti, ancora ad oggi i diritti di questi bambini e di queste bambine vengono sovente violati e non conoscono piena efficacia e tutela.

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Come sostenuto dal teorico del diritto e dell’argomentazione giuridica scozzese Neil MacCormick in un noto saggio del 1976, dal titolo Children’s. Rights: a Test-Case for Theories of Rights, i diritti dei bambini sono da considerarsi un tast-case, una “prova del fuoco” per le teorie dei diritti. I diritti dei MSNA non superano questa prova.

Il percorso normativo che interessa il diritto minorile, specialmente del nostro Paese, è certamente caratterizzato da diverse disarmonie, da interventi normativi episodici e non sistemici, contraddittori ed emergenziali e non strutturali.

Come si può evincere dal 13° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (https://gruppocrc.net/documento/13-rapporto-crc-in-arrivo-il-20-novembre-2023/) redatto dalle oltre 100 associazioni parte del Gruppo CRC, ad oggi ci troviamo dinanzi ad una realtà in cui le ragazze e i ragazzi che vivono nel nostro Paese manifestano un senso di malessere diffuso, che si esprime in diversi modi, ma riguarda tutte le sfere dell’esistenza e coinvolge le diverse fasce d’età. 

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Con specifico riferimento ai MSNA si rilevano numerose carenze nei centri di emergenza e di accoglienza (sia di primo sia di secondo livello) che si riflettono specialmente sull’inadeguatezza delle procedure di accertamento dell’età, sulla contestuale mancanza di informazioni complete ed esaustive sui vissuti dei giovani e sull’eccessiva durata della permanenza di questi bambini, bambine e giovani adolescenti in strutture non idonee al loro benessere psico-fisico. 

 Pertanto, sarà solo rimettendo al centro quella soggettività di diritto dalla quale siamo partiti, vale a dire i minori, che la società civile tutta, nell’ambito delle proprie competenze, potrà far riemergere quelle luci che la stessa normativa nazionale e internazionale ha comunque fatto intravedere.

Come affermato da Henrietta Fore, già Direttrice esecutiva dell’UNICEF, “Spetta alla nostra generazione chiedere ai leader del mondo di adempiere alle loro promesse per fare sì che tutti i bambini abbiano in pienezza tutti i propri diritti” (https://www.unicef.it/convenzione-diritti-infanzia/).

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  • Dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche, Università di Modena e Reggio Emilia e Università di Parma – Coordinatrice della Segreteria scientifico-organizzativa del CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità, Unimore
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