Siamo stanchi di essere umani e di esseri umani. Siamo stanchi di comportarci come esseri umani. Siamo stanchi di raccontare tutte le bassezze e le vette di cui è capace l’animo umano. Vogliamo andare oltre, superare le nostre vigliaccherie, le nostre fragilità, le nostre ipocrisie, le nostre cattive intenzioni, travestite da buone ragioni. Di fronte all’ennesimo tragedia che si è consumata nel mare Mediterraneo al largo della costa libica, la nostra coscienza si è, per l’ennesima volta indignata, e, di fronte alla mostruosità dell’agire umano si è vergognata di appartenere a una specie che lascia morire i propri simili senza lasciarsi neppure sfiorare dal senso di colpa.
La vicenda di cui ci occupiamo ha avuto meno spazio dell’affaire Ferragni, del treno del ministro Lollobrigida e delle innumerevoli amenità che il nostro tempo futile ci offre ad ogni sorgere del sole.
É accaduto che un gommone carico di migranti si è rovesciato a causa delle condizioni del mare e 61 persone delle 86 che si trovavano a bordo dell’imbarcazione sono morte. Il gommone era alla deriva da almeno un paio di giorni ed era stato avvistato da due velivoli Frontex, mentre la nave Ocean Viking, che era presente nell’area, non è potuta intervenire perché aveva già a bordo 26 naufraghi di un precedente soccorso. Sono gli effetti di un decreto emanato dal Governo Meloni all’inizio dell’anno, con il quale si stabilisce che le ong possono compiere una sola missione di salvataggio in mare, e sono costrette a raggiungere nel minor tempo possibile il porto di sbarco che le autorità hanno indicato. Lo spirito della legge era chiaro fin dall’inizio, si trattava di scoraggiare i salvataggi multipli, con il risultato inevitabile di aumentare il numero dei morti. I 61 morti della settimana scorsa sono il risultato dell’applicazione di questa norma che non possiamo non definire criminale, e apre infiniti interrogativi su che cosa sia davvero l’umanità.
Perché gli esseri umani sono gli stessi, che con una divisa da SS hanno pensato, organizzato, attuato lo sterminio sistematico di circa 6 milioni di persone, e che poi, terrorizzati dalla sconfitta imminente, prima dell’arrivo dei russi, hanno cercato di occultare le tracce del genocidio, facendo saltare per aria le camere a gas di Birkenau.
E sono sempre esseri umani coloro che giustificano ogni nefandezza con la potenza del Logos, con il quale credono di scongiurare l’orrore delle loro azioni, chiamando in causa ragioni, principi, idee, che sono soltanto la copertura strumentale delle azioni più brutali e contrarie alla vita e alla dignità. Per questo le parola dell’attuale Premier suonano così stonate, fastidiose, perché pretendono di giustificare l’indifferenza morale ed emotiva di fronte alla sofferenza, l’ottusa negazione della morte, causata dalle Leggi umane de non dalla Natura crudele, dal Fato, dal Caso.
Non ha più senso, se mai ne ha avuto, appellarsi, da parte delle anime belle, all’umanità, nella speranza di muovere la compassione e anche semplicemente la pietas, di fronte alle sofferenze di una parte del mondo, che, nella più cupa disperazione, sceglie di mettere a rischio la propria vita, per guadagnare quella libertà dal bisogno, dall’oppressione, dai soprusi, che per noi occidentali, rinchiusi nella nostra fortezza sempre più cinica e fobica, non sono neppure immaginabili.
Per questo non è più sufficiente la sacrosanta indignazione, ma occorre un salto di qualità nella comprensione del fenomeno umano nel tempo presente, che si può riassumere in una parola che suona quasi come una sentenza, ed è nichilismo. L’uomo europeo occidentale è malato di nichilismo e la Destra che avanza in ogni angolo del vecchio continente è l’espressione politica della decadenza nella quale siamo coinvolti.
In uno dei passi più suggestivi di Così parlò Zarathustra Nietzsche scriveva che l’uomo deve essere superato, deve tramontare, affinché la Terra venga ereditata dall’Oltreuomo. Qualcuno ha voluto leggere nell’Oltreuomo un superuomo, un uomo potenziato, ma è probabile che il filosofo tedesco si riferisse a una nuova specie umana, libera dal risentimento, dal rancore e dalla violenza, capace di amare senza possedere, senza divinità per cui combattere e uccidere, che ha estirpato la volontà di moltiplicare la morte.
La speranza è che questa nuova umanità, superiore, finalmente evoluta, in un tempo non troppo lontano, sostituisca questo tipo di uomo che sa soltanto odiare e prevaricare e che prevalga l’idea rivoluzionaria di un amore per la Vita in tutte le innumerevoli apparizioni.