Francesco, Scorsese e il film su Gesù: il bisogno della genialità di un linguaggio nuovo

Martin Scorsese è stato ricevuto in Udienza da Papa Francesco. È la quinta volta che questi due grandi uomini di genio ed esperienza si incontrano. Continua il loro dialogo e, per entrambi, la figura di Gesù ha un fascino e un valore straordinario

Francesco, Scorsese e il film su Gesù: il bisogno della genialità di un linguaggio nuovo
Martin Scorsese e Papa Francesco
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Antonio Spadaro Modifica articolo

4 Febbraio 2024 - 16.49


Il sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione collabora con Radio 1 per «La finestra su San Pietro», rubrica settimanale di informazione religiosa, in onda ogni domenica a partire dalle 10.55 fino all’Angelus del Pontefice.

Mercoledì 31 gennaio Martin Scorsese è stato ricevuto in Udienza da Papa Francesco. È la quinta volta che questi due grandi uomini di genio ed esperienza si incontrano. Continua il loro dialogo e, per entrambi, la figura di Gesù ha un fascino e un valore straordinario.

La volta precedente è stato durante un incontro con 42 poeti da tutto il mondo che avevo organizzato unendo le forze de La Civiltà Cattolica e della Georgetown University. In quell’occasione Scorsese ha regalato al Papa alcuni simboli che erano stati donati a lui dalla nazione indiana degli Osage, protagonista del suo più recente straordinario film dal titolo The Killers of the flower moon. Simboli, linguaggi che sanno unire la prospettiva del futuro e la sapienza della tradizione. Di questo oggi abbiamo bisogno tutti: la società come la chiesa. Abbiamo bisogno di un linguaggio che ci faccia capire i nostri diversi discorsi e simboli che siano evocativi per tutti, che sappiano essere di ispirazione.

Adesso Scorsese si sta preparando a girare un nuovo film su Gesù. Ne ho letto la sceneggiatura ed è straordinaria. Perché Scorsese ha preso questa decisione? Perché ha letto la prefazione che Papa Francesco ha scritto per un mio libro su Gesù dal titolo Una trama divina. Gesù in controcampo. E lì il Pontefice ha fatto un appello: «in questo tempo di crisi dell’ordine mondiale, di guerra e grandi polarizzazioni, di paradigmi rigidi, di gravi sfide a livello climatico ed economico abbiamo bisogno della genialità di un linguaggio nuovo, di storie e immagini potenti, di scrittori, poeti, artisti capaci di gridare al mondo il messaggio evangelico, di farci vedere Gesù».

Dunque no, non abbiamo bisogno solo di statistiche e strategie, di geopolitici, economisti e scienziati politici. Abbiamo disperato bisogno della genialità di un linguaggio nuovo, di storie e immagini potenti, di scrittori, poeti, artisti e registi. Per questo due uomini ultraottantenni saggi ed esperti, geniali e influenti continuano ostinatamente ad incontrarsi quando possono.

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