Il Vaticano nega la veridicità delle apparizioni della Madonna di Trevignano e vieta gli eventi

La Santa Sede emette la sentenza definitiva - e negativa - sulle presunte apparizioni di Trevignano, in merito alle quali conferma l'assoluta inesistenza di qualsiasi «soprannaturalità».

Il Vaticano nega la veridicità delle apparizioni della Madonna di Trevignano e vieta gli eventi
La Madonna di Trevignano
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28 Giugno 2024 - 00.33


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 Una truffa. La Santa Sede emette la sentenza definitiva – e negativa – sulle presunte apparizioni di Trevignano, in merito alle quali conferma l’assoluta inesistenza di qualsiasi «soprannaturalità». Il dicastero per la Dottrina della Fede ha riconosciuto la «validità giuridica» del decreto con cui il 6 marzo il vescovo di Civita Castellana monsignor Marco Salvi aveva dichiarato la non soprannaturalità delle presunte apparizioni della Madonna e vietato ai fedeli di organizzare o partecipare a incontri che diano per certa la verità sovrannaturale degli eventi.

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Nel comunicato reso pubblico dall’ex Sant’Uffizio si legge che «alla luce delle nuove norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali (17 maggio 2024), in riferimento» al provvedimento «riguardo alle asserite apparizioni e rivelazioni riferite dalla sig.ra Gisella Cardia (all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla) e dal sig. Gianni Cardia, questo Dicastero riconosce la validità giuridica del suddetto Decreto, sia per quanto riguarda il giudizio ivi espresso (constat de non supernaturalitate) sia per le disposizioni indicate nei punti a-d». «Possa la beata vergine Maria, madre di Gesù, madre della chiesa e madre nostra, riportare pace e serenità in vista del bene spirituale dei fedeli della parrocchia di Trevignano Romano», aggiunge la nota. Il «constat de non supernaturalite» in merito al caso della cittadina laziale e dell’asserita `santona´ Gisella Cardia diventa dunque definitivo, alla luce anche delle specifiche nuove norme diramate il mese scorso dalla Dottrina della Fede, così come le altre disposizioni decretate a marzo dal vescovo di Civita Castellana.

In particolare, per quanto riguarda i due punti del decreto vescovile citati dall’ex Sant’Uffizio, si tratta del divieto ai sacerdoti «di celebrare sacramenti o guidare atti di pietà popolare in modo tale da connettere entrambi, in modo diretto e indiretto, con gli eventi di Trevignano Romano» – sia nel terreno della Cardia che in altri luoghi pubblici o ecclesiali – e nel divieto di «recarsi nel luogo dell’apparizione alimentando nei fedeli l’idea che vi sia un qualche riconoscimento ecclesiale». Insieme a questo, c’è poi l’avvertimento ai fedeli «circa l’obbligo disciplinare e spirituale derivante dal pronunciamento ecclesiale di astenersi dall’organizzare e/o partecipare ad incontri privati e/o pubblici (siano essi di preghiera e/o di catechesi) che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano o che siano atti a fare pressione sul vescovo per modificare le proprie legittime decisioni sugli eventi stessi».

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Gli «eventi di Trevignano» erano iniziati nel 2016, quando Gisella Cardia aveva riferito di apparizioni della Madonna su un campo usato da anni per prediche e preghiere. Apparizioni che sarebbero avvenute in concomitanza con lacrimazioni di sangue attribuite a una statua della Vergine acquistata a Medjugorje. La donna sosteneva pure di ricevere di continuo messaggi dalla Madonna e a volte anche da Gesù o dal padre celeste e di aver assistito a miracoli come la moltiplicazione di gnocchi e pizza durante cene private nella sua abitazione. La Cardia, su cui la Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di truffa, dopo la denuncia di fedeli che avevano versato anche somme di denaro, ha continuato a sostenere le sue teorie e ha recentemente contestato l’inchiesta della Diocesi

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