Lui era colui che non ha avuto nulla da eccepire, da presidente della Cei, sulle scorribande di Berlusconi. E si capisce perché.
«Non ho avuto con Papa Francesco un rapporto analogo a quello che avevo con i due Pontefici precedenti. Quando Bergoglio è stato eletto avevo già ottantadue anni, ero già in pensione. Inoltre non c’era con lui la consonanza spontanea che mi legava a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI. Però non sono in alcun modo ostile a Papa Francesco. E non concordo con coloro che non riconoscono niente di buono nel suo pontificato, o addirittura ne contestano la legittimità».
Lo dice il Cardinale Camillo Ruini, che festeggia 70 anni di sacerdozio, in un’intervista al quotidiano `Il Corriere della Sera´.
«Ratzinger mi disse che per due come noi era impossibile avere la fede dei semplici. L’inferno? Certo che esiste, speriamo solo che vi siano meno persone possibile», ha detto ancora il Cardinal Ruini. La Chiesa di domani? «Sono sempre stato un fautore della Chiesa di popolo; ma ormai devo constata- re che sta rapidamente tramontando. Spero che si avveri l’intuizione di Benedetto XVI sulle minoranze creative che fanno lievitare la società in senso cristiano».
Il cardinale Ruini parla poi della premier: «Insieme al presidente Mattarella, e nella diversità dei rispettivi ruoli, Giorgia Meloni mi sembra l’architrave su cui si regge oggi la politica italiana. Le auguro di proseguire con coraggio, per il bene dell’Italia. La conosco, e la stimo molto». Mentre sulla segretarida del Pd, Elly Schlein dice: «Le nostre vedute sono molto distanti, in particolare sui grandi temi etico-politici. Ciò premesso, come personaggio politico mi pare vivace»