di Rita De Buono
Sul sito web dell’azienda non ci sono più, ma i prodotti di Boobs and Bloomers (che tradotto vuol dire tette e mutandine) che hanno dato scandalo sono ancora nei negozi e i manifesti stradali ancora campeggiano nelle strade di alcune città.
Eppure la proposta di “lingerie sexy” per bambine di dieci anni, con tanto di reggiseni “push up” ha scatenato sul web l’indignazione e la pagina Facebook di Coin, che è uno dei grandi distributori dell’azienda olandese, si è riempita di “Vergogna”.
L’azienda si difende dalle accuse di pedofilia, dicendo che non ha alcuna convenienza ad esporre così il suo marchio.
Ma non è questo il problema (o non è solo questo). Boobs and Bloomers, infatti, vende anche lingerie per adolescenti e donne mature, ma non ha mai proposto campagne choc per queste sue clienti.
Sulle bambine, invece, ci ha puntato e come!
Il ricorso al Giurì della pubblicità
Intanto è partito il ricorso al Giurì della pubblicità, che probabilmente vieterà lo spot. Ma certo non potrà vietare la vendita di mutandine sexy per delle decenni.
A evitare di acquistarli dovrebbero epnsarci, però, i genitori, se vogliono arrestare la “lolitizzazione” crescente della nostra società.