“In un Medio Oriente sconvolto da così rapidi e profondi cambiamenti non è una buona idea per Israele isolarsi, e questo è quello che è accaduto. Invece Israele dovrebbe migliorare i suoi rapporti con i palestinesi, con la Turchia e l’Egitto.” In volo alla volta del Medio Oriente il segretario alla difesa degli Stati Uniti, Leon Panetta, è parso abbastanza chiaro. “Israele deve rischiare per la pace. Se lo farà noi gli daremo in cambio il necessario per conservare la superiorità militare.” E’ solo quel “se” che non convince.
Infatti gli Stati Uniti hanno tagliato in questi giorni 200milioni di aiuti, ma all’Autorità Palestinese, quale “reazione” alla decisione, non certo ostile al diritto internazionale o alla pacifica convivenza tra i popoli, di rivolgersi alle Nazioni Unite per ottenere il riconoscimento del loro diritto all’autodeterminazione nei confini del ’67, cioè accanto allo stato di Israele.
Israele invece ha varato un progetto di costruzione di altre 1100 case per per popolazione esclusivamente ebraica nei territori occupati palestinesi. Una decisione che è stata criticata dagli Stati Uniti ( e dalla Germania), ma non al punto da sostenere la richiesta palestinese di sospendere la colonizzazione israeliana dei territori palestinesi mentre si negozia il loro status futuro.
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