Ungheria, arresti e democrazia a rischio

ll leader del partito socialista è stato bloccato dalla polizia, manifestazioni vietate. Si stringe il cappio intorno ai media, l'autocrate Orban minaccia l'Europa. <br>

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24 Dicembre 2011 - 10.56


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La deriva reazionaria e antidemocratica non accenna a placarsi in Ungheria dove è al governo una colazione nazionalista-xenofoba guidata dal primo ministro Viktor Orban del partito Fidesz.

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Da ultimo l’agenzia Reuters ha diffuso notizie inquietanti relative all’arresto del leader dell’opposizione socialista, l’ex primo ministro Ferenc Gyurcsany. Proprio oggi, infatti, un portavoce del partito ha fatto sapere che il presidente del partito socialista è stato arrestato mentre si svolgeva una dimostrazione di protesta davanti al Parlamento. Quindi ha aggiunto che Attila Mesterhazy, leader del gruppo parlamentare socialista, è stato bloccato dalla polizia insieme a nove altri parlamentari mentre stavano cercando di impedire che la polizia allontanasse alcuni attivisti dei verdi che protestavano.

“Sono stati allontanati dalla polizia… mentre cercavano di impedire che attivisti del partito Lmp (verde) fossero portati via”, ha detto il portavoce Zsolt Torok. Ma da Budapest arrivano anche notizie di segno opposto. La nuova legge sull’informazione, fortemente contestata all’interno e all’esterno del Paese, è stata giudicata illegittima dalla Corte Costituzionale. Fra gli altri sono stati bocciati gli articoli del provvedimento relativi all’obbligo per il giornalista a rivelare le proprie fonti e quelli con i quali si istituiva una nuova autorità statale per i media, stampa scritta e online, con il compito di garantire un’informazione equilibrata. La legge sull’informazione era stato il primo di una serie di decisioni del governo ungherese giudicati con allarme dalla comunità internazionale. Contro di essa avevano protestato Ue, Onu, Osce.

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Nel frattempo prosegue lo sciopero della fame di cinque giornalisti contro gli attentati alla libertà d’informazione. Nei mesi scorsi è stata poi approvata una nuova Costituzione che riduce drasticamente le prerogative del Parlamento e dell’opposizione, oltre a stabilire, nel preambolo una serie di principi clericali e nazionalisti. Fra l’altro la stessa Corte Costituzionale vedrà ridotti i propri poteri a partire dal primo gennaio del 2012; diversi giudici saranno nominati da Orban, in questo contesto anche la sentenza sui media potrebbe essere non applicata o rovesciata nei prossimi mesi.

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