Il “più potente” del web è il fondatore di Wikileaks, Julian Assange (primo anche nella categoria “rivoluzionari”). Prima degli “opinionisti” e numero 5 in assoluto è risultata invece la giornalista Arianna Huffington.
“The geeks have inherited the earth!”, “gli ‘smanettoni’ hanno ereditato la Terra!”, titolano Newsweek e il Daily Beast che hanno compilato la classifica delle personalità “più potenti della Rete”, il “Digital power index”. Le due testate, che nel 2010 si sono fuse sotto la direzione di Tina Brown, hanno riunito 10 panel di esperti ai quali è stato chiesto di indicare i personaggi più rappresentativi nei rispettivi campi, basandosi su tre criteri: capacità di presa sul pubblico, impatto e innovazione.
Tra i “visionari”, uomini e donne che più di altri incarnano alla perfezione lo spirito della Silicon Valley, il numero 1 è il fondatore e ceo di Amazon, Jeffrey Bezos.
Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, anche lui un ”visionario”, deve accontentarsi del terzo posto nella categoria, preceduto dal cofondatore di Google, Lawrence Page. Riconoscimento “alla carriera” per il cofondatore di Microsoft, Bill Gates. Premio alla carriera nella categoria “evangelisti” anche per il cofondatore di Apple, Steve Jobs, scomparso a ottobre dello scorso anno.
Il cofondatore di Twitter, Evan Williams, risulta invece primo nella categoria delle “personalità”. Nella classifica dei 100 “più potenti della Rete, compaiono diversi nomi di blogger e attivisti che hanno acceso le scintille della Primavera Araba, come l’ex manager di Google, l’egiziano Wael Ghonim. Poco rappresentati, invece, gli europei. Grande assente, Beppe Grillo, che comunque vanta uno dei blog in assoluto più visitati della Rete.
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