Alta tensione in Spagna, scontri tra minatori e polizia

Mentre il premier annunciava le misure di austerity, i minatori hanno protestato a Madrid. Scontri con la polizia che ha sparato pallottole di gomma. 43 feriti, 5 arresti.

Alta tensione in Spagna, scontri tra minatori e polizia
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11 Luglio 2012 - 13.55


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Sono arrivati in 300 la scorsa notte a Madrid, con i caschi bianchi sporchi di carbone e le magliette nere, in segno di lutto. Ad accogliere i minatori provenienti dalle Asturie e dal Leon, decine di migliaia di persone. Il loro ingresso nella capitale, guidato dai sindacati maggioritari Comisione Obreras e Unión General de Trabajadores, si é trasformato in un fiume che, dopo aver bloccato il traffico lungo l’autostrada A6, ha attraversato le principali arterie delle città fino alla Puerta del Sol. Chiedono al governo di rettificare il taglio del 63% degli aiuti al settore. Alla loro protesta si sono uniti gli Indignados, le organizzazioni politiche e comuni cittadini. I minatori sono in sciopero indefinito da 45 giorni.

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E disordini e scontri sono esplosi questa mattina a Madrid tra la polizia e i minatori. 43 i feriti, tutti non gravi, tra cui 26 minatori, 12 poliziotti e due giornalisti. Gli agenti hanno anche arrestato cinque persone. I tafferugli – scoppiati mentre il premier Mariano Rajoy annunciava le nuove misure di austerity – hanno preso il via quando alcuni manifestanti hanno lanciato pietre, petardi, bottiglie e anche “una pioggia di banane” – come ha raccontato a El Pais, una testimone – all’indirizzo della polizia, situata di fronte al ministero dell’Industria. Le forze dell’ordine hanno risposto sparando pallottole di gomma e usando bastoni. I minatori, sostenuti da migliaia di manifestanti, si sono concentrati dinanzi al ministero, di fronte a una barriera di poliziotti in tenuta antisommossa.

Intanto il premier spagnolo Mariano Rajoy, presentando in Parlamento le nuove misure di austerità, ha annunciato la soppressione della tredicesima per i dipendenti pubblici, oltre all’aumento dell’Iva dal 18 al 21%. Il premier ha prospettato risparmi complessivi per 3,5 miliardi di euro nella spesa pubblica. Inoltre i dipendenti pubblici avranno meno giorni di ferie e verranno ridotti i permessi sindacali. Diminuirà poi il numero delle imprese pubbliche e il numero dei consiglieri locali calerà del 20% circa. Diminuiranno anche le indennità destinate ai sindaci.

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