Inoldazioni da luglio a settembre. Non promette per niente bene il tempo in Cina, dove le inodazioni stanno provocando danni e vittime. E’ di almeno dieci morti accertati, circa trentamila evacuati e ben ottantamila persone bloccate all’aeroporto internazionale di Pechino il bilancio delle piogge più intense abbattutesi sulla capitale della Cina nell’arco degli ultimi sessant’anni.
La maggior parte delle vittime sono annegate o sono rimaste fulminate a causa del cedimento delle linee elettriche, ma alcune sono state schiacciate dalle macerie delle loro case, crollate sotto l’incalzare delle precipitazioni. Nello scalo aereo sono stati cancellati oltre cinquecento voli, mentre molte strade sono divenute inagibili perchÈ trasformate in torrenti di acqua in piena mista a fango e detriti. Sull’intera città da ieri pomeriggio sono caduti una media di 170 millimetri di pioggia, con il record negativo assoluto registrato nel sobborgo occidentale di Fangshan, dove si è arrivati addirittura a 460 millimetri.
Le autorità metropolitane hanno annunciato che sar‡ profuso il massimo sforzo per riportare la situazione alla normalità, ma hanno al contempo avvertito la popolazione di rimanere vigile, giacchè il maltempo è destinato a infuriare ancora a lungo.
“In base alle previsioni meteorologiche”, recita un comunicato, “dalla fine di luglio all’inizio di settembre la città sarà esposta a nuove inondazioni, e potrebbero inoltre verificarsi ulteriori tempeste su vasta scala e condizioni di tempo estreme”.
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