Gli incendi che si sono sviluppati in due fabbriche in Pakistan, una a Karachi e l’altra a Lahore, hanno provocato oggi la morte di 191 persone. Nel primo impianto, che produce vestiti, le persone rimaste uccise sono 166, mentre nel secondo stabilimento, in cui vengono realizzate calzature, i morti sono 25. Ci sono anche decine di feriti e i vigili del fuoco sono ancora impegnati nei tentativi di spegnere le fiamme nella fabbrica di Karachi, in cui la maggior parte dei morti erano operai che lavoravano nel seminterrato e sono stati soffocati dal fumo perché non in grado di fuggire.
Operai sono stati visti buttarsi dal tetto dell’edificio a Karachi per scampare alle fiamme: l’edificio si è rapidamente trasformato in una trappola mortale per i lavoratori, rimasti bloccati all’interno. Nelle strutture non c’erano uscite di sicurezza, né estintori e le porte erano sbarrate. Chi è riuscito a salvarsi ha raggiunto le finestre, anch’esse bloccate da sbarre di metallo, ed è riuscito ad uscire. Alcuni sopravvissuti hanno raccontato che c’erano centinaia di lavoratori in attesa di prendere lo stipendio quando l’incendio è divampato alla base dell’edificio, per poi raggiungere rapidamente gli altri piani.
A Lahore, invece, la fabbrica di scarpe era stata costruita illegalmente in un quartiere residenziale. Il rogo si è sviluppato quando la corrente è saltata e gli operai hanno cercato di avviare il generatore. Le scintille generate sarebbero entrate in contatto con sostanze chimiche usate per produrre le calzature, causando l’incendio. Anche in questo caso gli operai non hanno avuto alcuna via d’uscita: le sostanze chimiche ed il generatore erano alloggiati nel garage, dove si trovava anche la principale via d’uscita dalla fabbrica. I pompieri hanno aperto dei varchi nelle pareti dell’edificio per soccorrere i lavoratori, ma in molti non ce l’hanno fatta.