Si apre oggi a Mosca il processo d’appello per le tre Pussy Riot, condannate a due anni di reclusione per la dissacrante preghiera punk anti Putin nella cattedrale di Mosca dello scorso febbraio. Il procedimento, che si aprirà in mattinata davanti al tribunale municipale della capitale, potrebbe concludersi già in giornata.
Ieri il patriarcato di Mosca aveva invitato le musiciste a pentirsi, augurandosi che in tal caso la giustizia ne tenga conto. «Queste azioni, che urtano i sentimenti dei credenti, meritano una punizione. Ma lo scopo della punizione è la correzione, e quindi, se qualche parola delle imputate può dimostrare segni di rimorso o di ripensamento su quel che hanno fatto, noi vogliamo che se ne tenga conto», ha detto il portavoce ortodosso.
Violetta Volkova, avvocato delle Pussy Riot, non nutre grandi speranze nel processo d’appello: «Nella situazione politica attuale in Russia – dice – non ci possiamo aspettare una sentenza legale». «Ma non si sa mai – aggiunge – si può sempre sperare nel buon senso».
Intanto intorno al tribunale sono già arrivati giornalisti e un gruppo di giovani, mentre agenti in divisa e in borghese pattugliano la zona, come riporta l’agenzia Interfax. Per oggi, sono state annunciate azioni in sostegno della band in numerose città nel mondo.