Il ministero degli esteri israeliano ha avvertito che non permetterà alla nave “Estelle” della Freedom Flotilla di raggiungere il porto di Gaza city. Ha inoltre comunicato di aver avviato contatti con il governi dei paesi dai quali provengono gli attivisti a bordo della imbarcazione.
Lo scenario che Israele sembra preferire è quello dell’estate dello scorso anno, quando le autorità greche impedirono la partenza alle navi del secondo convoglio per Gaza della Freedom Flotilla. Altrimenti, fa capire, fermerà con la forza la nave, come avvenuto tante volte in passato con altre navi della Freedom Flotilla.
Poco più di due anni fa commando israeliani arrembarono il traghetto turco “Mavi Marmara” che assieme ad altre imbarcazioni procedeva per Gaza. In quel caso nove passeggeri furono uccisi, tra i quali un giovane cittadino turco-americano.
La nave “Estelle” intanto sta per arrivare a Napoli, porto dal quale, dopo alcuni giorni di sosta per iniziative politiche e di sostegno alla popolazione civile palestinese, salperà per la Striscia di Gaza.
Israele attua un rigido blocco navale di Gaza gustificandolo con la necessità di impedire il traffico di armi. I palestinesi e gli attivisti stranieri, come quelli che fanno capo alla Freedom Flotilla, invece sostengono che quelle israeliane sono «punizioni collettive» della popolazione di Gaza, illegali per le leggi e convenzioni internazionali.
Il ministero dell’economia dell’Autorità nazionale palestinese calcola in circa due miliardi di dollari le perdite subite negli ultimi anni dall’economia palestinese a causa del blocco israeliano di Gaza.
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