Hillary Clinton è stata molto chiara: il presidente Bashar al Assad ha ricevuto «un severo avvertimento» rispetto all’utilizzo delle armi chimiche. L’intervento del segretario di Stato Usa arriva dopo le rivelazioni del New York Times sullo spostamento degli arsenali da parte del regime di Damasco. Le intelligence straniere ritengono che la Siria abbia il più grosso arsenale di armi chimiche tra cui iprite, gas nervini come il Sarin e il più letale di tutti, il Vx.
Ha fatto sapere la Clinton: «Si tratta di una linea rossa per noi, ancora una volta abbiamo avvertito Assad, il suo comportamento è da condannare, le sue azioni contro il popolo siriano sono tragiche».
Le preoccupazioni degli Usa su un eventuale ricorso del regime di Damasco del suo arsenale di armi chimiche «sono aumentate», ha aggiunto nel pomeriggio il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, sottolineando come sia in allo studio «un piano di emergenza». Carney non ha però voluto anticipare quali azioni gli Stati Uniti intendano prendere.
E dopo poco è arrivato il comunicato del ministero degli Esteri siriano letto alla tv di Stato: «In risposta alle dichiarazioni del segretario di Stato americano, che ha intimato alla Siria di non usare armi chimiche, la Siria ha ripetutamente sottolineato che non impiegherà mai in alcuna circostanza contro il proprio popolo questo tipo di armi, se fossero disponibili».
Intanto le Nazioni Unite hanno deciso di ritirare il personale «non essenziale» (25 persone su un centinaio) dalla Siria a causa dell’insicurezza dell’area.
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