Ci sono almeno due morti nei violenti scontri tra manifestanti pro e anti Mohammed Morsi – il presidente egiziano – e la polizia, mentre una persona è in coma e quattordici sono i feriti. Lo riferiscono fonti di sicurezza, secondo cui uno dei morti è un militante dei Fratelli musulmani. L’altra è una donna.
Secondo diversi testimoni la polizia avrebbe sparato lacrimogeni contro le persone che cercavano di scavalcare la barriera posta a difesa del palazzo presidenziale, in questa occasione pare ci siano stati i due morti.
Sono in corso tafferugli e sassaiole tra oppositori e sostenitori del presidente egiziano. Si stanno contrapponendo migliaia di manifestanti da un lato e dall’altro.
Le dichiarazioni del governo in questo giorni sono state tutte a favore della libertà di espressione e delle “manifestazioni pacifiche”. In piazzza, comunque, la polizia c’è, e in tenuta antisommossa: “La presidenza egiziana rispetta il diritto alle manifestazioni pacifiche e ha dato direttive alle forze dell’ordine di agire con moderazione”, ha detto il portavoce della presidenza egiziana Yasser Ali in una conferenza stampa. I manifestanti hanno richieste che “devono essere rispettate e delle quali occorre tenere conto”. Lo ha detto il vicepresidente egiziano Mahmoud Mekki in una conferenza stampa nel giorno dell’ennesimo braccio di ferro in piazza tra anti e pro-Morsi.
“Il sangue versato questa sera a Ittahadeya annulla la legittimità del presidente”. Lo ha detto il leader nasseriano Hamdin Sabbahi in una conferenza stampa con Mohamed el Baradei e Amr Mussa. Il presidente Mohamed Morsi è “responsabile della violenza di questa sera” e le opposizioni sono pronte al dialogo se ritira il suo decreto. Altrimenti “la battaglia continua, ha detto Mohamed el Baradei dopo una riunione del fronte di salvezza nazionale. Baradei è stato in seguito denunciato per sovversione
Uno dei consiglieri del presidente egiziano Mohamed Morsi, Seif Abdel Fatah, ha annunciato in diretta tv su Jazira Egitto le sue dimissioni per “i martiri caduti questa sera”. Dopo la sua dichiarazione si sono dimessi, uno dopo l’altro, tutti i consiglieri di Morsi.
Il referendum costituzionale si terrà come previsto in Egitto il 15 dicembre perché le proteste “non risolvono le differenze”. Lo ha detto il vicepresidente Mahmoud Mekki