Yaseeb aveva solo sette anni. La sua unica “colpa” quella di non essere veloce ad imparare a memoria
il Corano. Per questo è morto. Lo ha ucciso di botte la sua stessa madre. Che ha anche dato alle fiamme il piccolo corpo. Sara Ege, 33 anni, è stata riconosciuta colpevole di omicidio da un tribunale di Cardiff. La sentenza è attesa per il prossimo anno, la donna rischia l’ergastolo.
Il piccolo Yaseeb è morto nel luglio del 2010, dopo mesi di percosse. La madre, laureata in matematica e di origine indiana, ha a lungo accusato il marito Yousef per la morte del bambino. Oggi i giudici di Cardiff hanno stabilito la verità, ma solo dopo un processo scandito da prove e testimonianze estremamente drammatiche, tanto che la stessa donna ha più volte dovuto lasciare l’aula.
Però lo ha ammesso, il motivo di quel gesto assurdo è stata la sua «frustrazione». Voleva che il figlio facesse bella figura con l’imam, che fosse in grado di recitare a memoria quelle pagine del corano. «Gli avevo chiesto di imparare 35 pagine a memoria in tre mesi, gli avevo anche promesso una bicicletta nuova come premio», ha raccontato alla Corte. «Ma Yaseen non era bravo: in un anno aveva memorizzato solo un capitolo. Eppure lo sapeva quanto fosse importante, per tutta la famiglia».
E allora giù botte, con un bastone, un martello. Lo colpiva con qualsiasi cosa trovasse a portata di mano. A muoverle la mano era il «demonio», ha poi raccontato. La donna era stata più volte sottoposta a cure psichiatriche e ad uno dei medici, dopo la morte di Yaseen, aveva detto che così si
sentiva «al 100% meglio»